Recensione su I guerrieri della palude silenziosa

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28 Maggio 2013

Sapete, a volte sento l’odore di film come questo.
Li avvisto in lontananza e corro verso di essi, eccitato come un adolescente che sta guardando un porno di Selen o come un giornalista di Studio Aperto che ha di fronte a sé un rapimento/omicidio/ incidente mortale in autostrada. Non lo nego, mi ha sempre affascinato tutto quello che ruota attorno al mondo delle Forze Armate, soprattutto le persone che ci sono dentro. I protagonisti di questa pellicola “I Guerrieri della palude silenziosa”, scusate se tardo a dire il titolo, sono nove personaggi (alcuni dei quali di dubbia moralità, sia ben chiaro) appartenenti alla Guardia Nazionale della Louisiana. Cenni storici a parte, le funzioni della Guardia Nazionale vanno dal semplice soccorso durante calamità naturali ai servizi di polizia/ordine pubblico fino a respingere un’invasione o reprimere rivolte se gli USA vengono invasi. Funzioni nobili ma spesso gli elementi che la compongono non sono il massimo.
Come volevasi dimostrare alcuni soldati di questo gruppo non sono così nobili.
Sin dai primi momenti siamo catapultati in un mondo duro fatto di fango, sudore, ordini e addestramenti. Proprio durante uno di questi, si decide di fare una bella gita di 38 Km. a piedi, senza sacco a pelo, al freddo. Il gruppo si addentra infatti in un ambiente paludoso, umido, impervio.
Bloccati, siamo appena al decimo minuto e le cose cominciano a mettersi male, sono costretti a rubare delle imbarcazioni, due canoe, e lasciano un biglietto ai proprietari. Non sto scherzando, lasciano veramente un biglietto.
All’arrivo dei proprietari, un soldato semplice ha la brillante idea di sparare, agli stessi, con il suo mitragliatore caricato a salve. Così, per goliardia.
Il punto è che a causa di un esimia testa di cavolo, i proprietari delle canoe (si riveleranno poi dei bracconieri Cajun francofoni ultracattolici) rispondono al fuoco uccidendo il Sergente maggiore Poole, un tipo severo ma giusto. Una brava persona. Attimi di panico seguono l’accaduto tanto che la Squadra non perde solo la guida morale. Oltre a questi perdono la calma, il senno e l’orientamento. Inizia così una vera e propria caccia all’uomo dove i predatori diventano prede.
C’è uno scambio di ruoli, tanto che dei “topi di palude” riescono quasi a metterla nel sedere (si può dire sedere ?) a otto tipi con un addestramento militare.
Il film è girato per quasi tutta la sua durata in questo ambiente scuro, dove il nemico si nasconde dietro una vegetazione fitta, crea trappole e usa quelle per gli animali sui nostri.
E’ di una violenza inaudita.
Un nemico invisibile (riferimento al Vietnam ?), interno, gli stessi soldati che disertano, diventano matti, hanno paura, si sentono crociati unti dal Signore, si uccidono a vicenda.
Un capolavoro e la tensione che si respira, ve lo assicuro, non diventa mai bassa.
Soprattutto quando sembra che le cose vanno per il meglio…

DonMax

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