15 Recensioni su

Source Code

/ 20117.1496 voti

Storia già vista ma con un tocco in più / 30 Dicembre 2021 in Source Code

La storia l’abbiamo già vista più e più volte ma qui c’è qualcosa di diverso. Una trama più elaborata, un mistero da risolvere e il film affascina finché tutti i pezzi del puzzle non sono messi nel posto giusto. Alla fine un “aah” di stupore misto a meraviglia mi fa dare un 8.5 a questo film.

14 Settembre 2014 in Source Code

Un “Ricomincio da capo” in chiave action-fantascienza (anche se come argomenti assomiglia più a “Edge of tomorrow”). L’inizio si è un pò spaesati come il protagonista Jake Gyllenhaal ma poi il film guadagna sia in ritmo che in azione. Trama interessante e buon finale. Da citare anche la splendida Michelle Monaghan nei panni della passeggera del treno, Vera Farmiga (quella che dà ordini a Jake) e Jeffrey Wright (il creatore del Source Code).

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Notevole! 7,5 / 15 Marzo 2014 in Source Code

Il regista Jones imbastisce un film tra sci-fi e azione in modo superbo, anche se Gyllenhaal rende un pò monotono il personaggio. Una trama semplice ma che si intreccia nello spazio-tempo fino a portare a un finale sorprendente, che forse era scontato, ma lascia comunque da pensare. I primi 20 minuti apprezzabilissimi!

5 Dicembre 2013 in Source Code

Incasinato e paradossale, ma godibile.
C’era il rischio di cadere nella monotonia, dovendo L’ESPRESSIVISSIMO Jake ripetere sempre la stessa sequenza, ma non è stato così.
Buon film.

26 Giugno 2013 in Source Code

Jones è un autore originale, che in soli due film è riuscito a ben definire una propria poetica, basata su un sapiente dosaggio di fantascientifico e onirico in un cocktail dal sapore melanconico, persino tragico, in modo da incanalare le idee cerebrali di base in un plot accattivante anche per il grande pubblico. La trama è dinamica perché si basa sulla tensione fra due dimensioni, ma ci rendiamo subito conto che la più esplicita è anche quella meno interessante per il senso del film: non la dimensione del giallo, della ricerca del colpevole bensì quella della ricerca di sé. Non a caso il film si svolge interamente in due non-luoghi: una capsula che è e non è, un treno che è e non è. Insomma, i parallelismi con “Moon” sono evidenti, ma quest’ultimo possedeva una maggiore potenza espressiva-visionaria e una più efficace riflessione esistenzialistica, mentre “Source code” soffre per qualche evidente forzatura (pegni della produzione hollywoodiana), o meglio per una mancanza d’equilibrio in alcuni punti: la stonatura fra la tragicità della struttura generale rispetto allo spudorato happy ending e la prolissità esplicativa di alcune battute (a volte molli, addirittura con il solito richiamo allo spauracchio “quantistico”), in contrasto con il puro gusto per l’inattendibilità che attraversa l’intero film.

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13 Gennaio 2013 in Source Code

Fanta-thriller appassionante e equilibrato; tanta azione, cervellotica e un po’ contorta, fatta con raffinatezza e senza soluzioni estremamente rivolte solo all’audience. Seconda ottima prova di un regista decisamente interessante.

16 Dicembre 2012 in Source Code

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Dunque, si sappia da subito che alla fine non tutto torna. Di quei casi in cui WTF??? ma te ne freghi, perché abbastanza wow lo stesso. Un treno verso Chicago, un tipo si sveglia con davanti una tipa abbastanza gnocca. Ma non sa chi sia, né cosa faccia lì. Succedono 8 cose, dopo 8 minuti un attentato terroristico fa esplodere il treno. Lo stesso tipo, che è Jake Gyllenecc cognome improponibile, si risveglia in una capsula. Da un monitor quella bella milf di Vera Farmiga (che si faceva George in Up in the air) lo informa che lui è in missione, e la cosa del treno gliela possono far rivivere quante volte vogliono, deve rifarla, sempre per 8 minuti e scoprire chi tra i passeggeri del treno è il terrorista. SPOILER: con il susseguirsi delle ripetizioni del trip nel treno si scopre che lui è stato ferito quasi mortalmente in Afghanistan, e viene tenuto vivo in un macchinario e un programma dal nome Source Code è in grado di fargli rivivere all’infinito quel che è successo a uno dei passeggeri del treno. Lui sbarella ovviamente, poi si ripiglia, ogni volta impara di più di cosa succede sul treno, trova la bomba ecc. Alla fine individua il killer. Missione compiuta, nella realtà, che non è la sua, festeggiano. Ma lui O_O ha capito che è morto, e vuole andare oltre, vuole salvare anche quelli della realtà del Source code, tra cui la gnocca, a cui ormai, due colpi… Insomma che cortocircuita la realtà, e la realtà del codice alla fine è la realtà reale (qui è il punto dove non torna, ma a quel punto si è gasati e chi ca**o se ne frega), e lui salva tutti e ricomincia a vivere nel corpo della persona che non era lui nella vita che non era sua dopo aver modificato a posteriori la realtà. Paiura! Evvai che si scopa!

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recensione source code / 3 Giugno 2012 in Source Code

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

<> disse Astolfo guardando “Moon”. Opera prima di Ducan Jones, figlio del Duca bianco David Bowie… mica uno qualsiasi…
Quando ho visto per la prima volta il trailer di Source Code e ho visto il nome del regista ho deciso di seguire il progetto grazie proprio all’ottima impressione che mi ha fatto “Moon” (se non lo avete visto recuperatelo!).

Il Capitano Colter Stevens (Jake Gillenhall), pilota di elicotteri in Afghanistan, si risveglia a bordo di un treno diretto a Chicago. Seduta di fronte a lui c’è Christina (Michelle Monaghan) una ragazza che sembra conoscerlo. Ma perchè lui non ricorda niente? E perchè lei continua a chiamarlo Sean?
8 minuti dopo il treno esplode. Nessun superstite.
Colter si risveglia in una capsula ed attraverso la voce di Goodwin (Vera Farmiga) scopre di essere stato all’interno di un programma sperimentale denominato Source Code e di poter rivivere gli 8 minuti antecedenti l’esplosione del treno nel corpo del professore Sean Fentress per scoprire il colpevole dell’attentato che ha intenzione di far esplodere un altro ordigno nel centro di Chicago.

La cosa che mi ha affascinato di più di Source code è che è un film inteliggente. Innanzitutto è scritto benissimo e considerando che il povero Colter è costretto a rivivere sempre gli stessi 8 minuti sarebbe stato facile creare scene uguali e noiose… invece non è così! Ogni volta succede qualcosa di nuovo, scopriamo passi importanti della trama action e dei vari personaggi che popola il treno. Ogni personaggio è caratterizzato magnificamente a partire dalla dolcissima Christina al tizio seduto in fondo con la maglietta di Star Wars (!).
Riuscirete ed emozionarvi ed amare dei personaggi pur sapendo che da quel treno non è sceso nessuno di loro…

La buona caratterizzazione dei personaggi è data, ovviamente, anche dalle ottime prestazioni del cast nel complesso ma nello specifico da Jake Gillenhall.

La regia è ottima davvero, attinge da Hitchhcock e non lo nasconde ed pieno di belle riprese che sottolineano ancora di più l’umanità del film

La parte finale, poi l’ho trovata grandiosa e non vi nasconderò di essermi anche un pò commosso. La mia speranza è che il pubblico premi questo gioiellino ma sappiamo bene che in Italia i film inteliggenti (e per di più di fantascienza) non hanno molta hype…

Un thriller fantascientifico fatto col cervello ma sopratutto con il cuore.

voto 9

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31 Maggio 2012 in Source Code

Interessante, con degli ottimi spunti. Forse solo il finale l’avrei preferito diverso.

21 Aprile 2012 in Source Code

Se fosse finito 5 minuti prima, non di più, si sarebbe preso almeno la sufficienza.

quasi 8! / 22 Novembre 2011 in Source Code

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

è si, ci mancasse poco che questo film a parere mio si prendesse un bell’8 invece del 7, ma daltronde non si può fare a meno di notare 1 cosa: il superforzato lieto fine che io adoro ma sinceramente qui a parere mio non ci stava bene, ma è solo una mia opinione^^

Il giorno della marmotta in versione sci-fi / 8 Maggio 2011 in Source Code

(In realtà, sette stelline e mezza)

La storia è complessa, ma lineare e, nonostante la presenza della temibile fisica quantistica, perfino plausibile. Per chi ha piacere di coglierlo, poi, possiede addirittura un lato romantico, favolistico.
La storia del cinema conta innumerevoli esempi di plot simili a questo: da Sliding Doors a Ricomincio da capo, passando per La vita è una cosa meravigliosa e Always, con qualche timido accenno a Ritorno al futuro e perfino al recente Inception (me li concedete? 😉 ).
Qui, però, la componente fantascientifica e vagamente onirica aggiunge un tocco di originalità alle scelte narrative, senza affaticare lo spettatore. La tensione è buona, ma -se aguzzate la vista- alcuni “misteri” sono facilmente risolvibili ancor prima che Gyllenhaal “Tutt’occhi” ve li spieghi.

Nota: treni meravigliosi, quelli delle ferrovie americane! Saranno davvero così? 🙂

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Questo sarebbe un 6,5 / 2 Maggio 2011 in Source Code

Più soldi, più pubblico, meno inventiva, ma sicuramente almeno poca banalità.

Il nuovo film di Duncan Jones si apre con spettacolari vedute di Chicago che accompagnano i titoli di testa e restituiscono la vertigine delle metropoli moderne per poi chiudersi, letteralmente, in ambienti angusti e soffocanti da cui non si può scappare. Preciso in molti punti, questa volta si parla di realtà parallele, dei multiversi, ma anche della costruzione del reale effettuato dal cervello secondo gli stimoli che riceve, della possibilità di avere altre occasioni e di ricominciare.
Jones coniuga un piccolo giallo alla ricerca del colpevole, con una colonna sonora molto Hermanniana, con il vero quest del film: la verità da scoprire non riguarda propriamente terroristi e bombe, ma se stessi. Come in Moon il personaggio è intrappolato in un ingranaggio che lo sdoppia, anzi lo moltiplica, in una dimensione parallela e gli nega la verità su se stesso: ancora Dick dunque, con il senso di morte che permea tutti (e si muore sempre tante volte in maniera molto realistica) e un lato cospiratorio e politico che si svela piano piano. Se non è proprio una variazione sul tema, sembra però che il nocciolo di cosa sia l’uomo, cosa siano i ricordi, le relazioni e la coscienza, come questi possano essere manipolati e distorti, come sia intangibile e precario il reale è il senso dominante della ancor breve cinematografia di Jones. Interessante.
Bravi gli attori, con la Farmiga che sostituisce il computer di Moon mostrando il lato umano dell’istituzione militare.

Eppure Moon aveva dalla sua una poesia visionaria davvero forte, una impronta visiva molto robusta. Qui forse la pecca è nell’aver prestato meno attenzione a questo aspetto.

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L’aura della mente / 27 Aprile 2011 in Source Code

Sono stato precedeuto di un soffio da frenkcinema, che probabilmente era al cinema con me ieri sera a vedere l’anteprima di “Source Code”. Solo che io ho avuto questa possibilità grazie a “OggiTreviso”.
Ci tenevo particolarmente a vedere il secondo film di Duncan Jones, che oltre ad essere regista di “Moon” (film che ho molto gradito) è anche figlio di David Bowie (di cui apprezzo la musica da anni). Onestamente devo dire che “Source Code” mi è piaciuto particolarmente. E’ vero che non propone una trama del tutto nuova, ma argomenta con sapienza, rischiando di cadere in una falla di scenggiatura ed aggirandola in maniera elegante.
Non sono d’accordo sul fatto che ricordi un celebre film di Gilliam deglia anni’90, in quanto il punto di partenza è sostanzialmente diverso e l’evoluzione degli eventi non li mette sullo stesso piano.
Ho trovato intelligente il modo in cui il regista ha giocato con i momenti ripetuti (resto sul vago per non dare anticipazioni), con sequenze accelerate e scene condensate.
Un plauso anche al cast, ben scelto e con ottimi interpreti, su tutti un Jake Gyllenhall, capace di scegliere ruoli intriganti e al complesso vicini al pubblico.
In complesso posso dire di non essere stato deluso dalla seconda di Duncan Jones.

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Avvincente, ma pecca di originalità / 26 Aprile 2011 in Source Code

Altra serata di grande action, dopo la visione dell’alien movie World Invasion, arriva oggi il turno di Source Code, prima di partire con la recensione vorrei ringraziare la redazione di ComingSoon.it per avermi omaggiato di due inviti omaggio per la visione in anteprima nazionale del film, detto questo passiamo alla descrizione dal punto di vista qualitativo di Source Code.
Nato come un thriller dal tono molto action, Source Code ha un ritmo per la prima parte del film abbastanza lento e poco scorrevole con scene, volutamente ideate da regista e sceneggiatore, troppo ripetitive, situazione che fortunatamente cambia drasticamente dalla seconda parte in poi, il regista Duncan Jones dopo aver deliziato la critica con il film Moon nel 2009, cambia completamente genere e si affida ad un cast di qualità ed uno sceneggiatore giovane dal punto di vista esperienza, ma con un potenziale da tener presente per il futuro, Ben Ripley.

Oggi parto subito dalla sceneggiatura proprio per spiegare il titolo di questa mia nuova recensione, ho accusato Source Code di peccare pesantemente di aver poca originalità, ebbene devo dare alcune spiegazioni in merito, molti di voi che sceglieranno di vedere il film in uscita il 29 aprile in tutte le sale si accorgeranno durante la visione di aver già intuito non solo l’andamento del film, ma lontanamente avranno l’impressione di aver già visto certe scene o addirittura la storia narrata risulterà molto familiare, ovviamente con un’approccio completamente differente, mi riferisco ad un film diretto da Terry Gilliam negli anni ’90, purtruppo questo dato va a spalmare la valutazione finale del film che altrimenti sarebbe stata molto più alta e apprezzata, di sicuro con questo non voglio rovinarvi l’attesa per il film, ma mettervi in guardia sull’originalità di Source Code gravemente minata dal film, che non vi cito per correttezza.
Dopo la tirata di orecchie a sceneggiatore e regista per la poca originalità, andiamo a sottolineare ora i punti positivi che fanno comunque avere una buona valutazione a Source Code iniziando dal cast formato da giovani attori, anagraficamente, tra cui un grande talento quali il protagonista Jake Gyllenhaal che tenta di risollevarsi da tempo dall’oramai bollino che lo affianca da sempre al cult Donnie Darko, Jake sta diventando un’attore maturo e capace di essere un nuovo duro di Hollywood senza disdegnare nello stesso tempo comicità e sentimento, Michelle Monaghan ha avuto negli ultimi anni un bel boom artistico, passando da semplici commedie a ruoli sempre più action, Source Code infatti è soltanto l’ultimo dei titoli action nel suo curriculum, basti ricordare Mission Impossible 3 e Eagle Eye non smettendo di stupire per la sua dolcezza interpretativa, un’altra grande attrice del presente e del prossimo futuro è senza dubbio Vera Farmiga che interpreta alla grande il ruolo di militare fredda che pian piano inizia a sciogliersi e a dare quel colpo di profondità al suo personaggio, da menzionare anche una buona prova di Jeffrey Wright in un ruolo troppo trascurato nel complesso del film, ma di sicura importanza nel proseguio del film.
Altra buona componente di Source Code sembra essere senza dubbio quella legata agli effetti speciali, non eccelsi, ma molto ben curati e sparsi nell’interità del film in maniera saggia, alcune scene spingono la potenza del film molto in alto facendo dimenticare per poco tempo che si tratta in fondo di un film diciamo troppo simile al suo predecessore degli anni ’90, manca nel film una colonna sonora di spessore, pochi momenti musicali questo fanno calare l’attenzione dello spettatore in qualche occasione, troppo rumore quando invece una bella canzone avrebbe riempito il vuoto.
In conclusione Source Code soddisfa abbastanza le richieste di un qualsiasi spettatore alla ricerca di action e thriller miscelati insieme con una spruzzatina di mistero che non guasta, il film risulta avere un target molto ampio di spettatori e questo giova molto a suo favore, il boxoffice settimanale potrebbe dargli qualche soddisfazione sempre che Thor non spazzerà via ogni contendente al primo posto.

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