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Il salario della paura

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Jungle dream. / 6 Febbraio 2014 in Il salario della paura

Un film tosto come se ne facevano fino a trent’anni fa: Friedkin piglia un romanzo di Arnaud, un film di Clouzot (intitolati entrambi Vite vendute) e ne fa una storiaccia brutta, sporca e cattiva.

Divisa solidamente in blocchi (venti minuti per presentare i protagonisti, venti per schifare la platea con la descrizione minuziosa della pseudo-vita nel villaggio dimenticato, venti per scatenare l’inferno, ecc.), la narrazione avanza come un bulldozer in mezzo alla giungla, faticando assai meno dei due camion carichi di esplosivi.

Sangue, esplosioni, sudore a litri: insomma, puro machismo 70’s, ma con interessanti dettagli d’ambiente, come l’ “avversione” che il contesto sembra mostrare nei confronti della presenza umana. Degrado fisico e morale di gringos ed indios immersi in una perenne fanghiglia, una giungla inestricabile dove piove quando non dovrebbe, terreno che cede all’improvviso, fiumi che si ingrossano nel momento sbagliato, alberi morti che si aggrappano ai corpi come scheletri in un cimitero da b-movie o che si lasciano cadere come giganti di pietra: tutto concorre ad osteggiare l’uomo.
Insomma, un film d’avventura che sfiora l’animismo horror.

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eh ! / 31 Gennaio 2013 in Il salario della paura

Dio, perché non fanno più film con titoli simili? La pellicola in questione ha tutto quello che serve per passare due orette incollate allo schermo. Anche se all’epoca non ebbe molto successo (e mi chiedo perché), tanto da essere considerata un film “minore” di Friedkin. Ma basta con i dettagli e veniamo alla recensione. I primi venti minuti sono dedicati alla presentazione dei personaggi, tutti con una storia interessante, pittoresca e maledetta.

Sono quattro come quattro sono le ambientazioniiniziali. Un cacciatore di Nazisti, ovvero un arzillo signore armato di pistola che caccia i nazisti, rifugiati in Paesi lontani; un palestinese che compie un attentato in Israele, potrei discutere per ore su quanto il destino o meglio il regista sia stato geniale, perché i due si incontreranno; un ricco francese titolare di una società centenaria che fa bancarotta, costretto a scappare se non vuole finire in galera; un criminale che compie una rapina assieme al suo gruppo.. in Chiesa. Purtroppo sparano al fratello del boss della malavita locale (indovinate un po’ di che nazionalità sarà il malavitoso?), lo feriscono e siccome il nostro è un dio vendicativo e in virtù del fatto che non si ruba in Chiesa (sarcasmo), fanno un incidente dove muoiono tutti tranne uno. Quest’ultimo scappa grazie a un “amico” poiché il boss vuole la sua testa su un piatto d’argento. Non è stato lui a sparare ma viene usato lo stesso come capro espiatorio. Ora tutti e quattro si incontreranno in un posto che non è neppure su google maps, dove i servizi sanitari sono inesistenti, le comunicazioni si sono fermate al 1400, la povertà e la corruzione sono all’ordine del giorno. Prendono identità false, lavoricchiano per una compagnia petrolifera ma si sentono dei topi in gabbia, soprattutto chi prima faceva una vita più che decorosa. Sono dei semplici operai, sporchi, unti e bisunti, neri di petrolio, vogliono andarsene.
Arriva l’occasione. Uno dei pozzi, quello che avrebbe fruttato di più di tutti, insomma IL pozzo, prende fuoco. Iniziano le esplosioni.
Vorrei invitarvi a vedere il film per due motivi, a parte la trama si intende xD. Il primo sono proprio le esplosioni, e questa pellicola ne ha di magnifiche. Lunghissime esplosioni che carbonizzano corpi, distruggono baracche, attrezzature, cavi, reti metalliche, vegetazione.. Il secondo motivo sono le inquadrature e ne parlerò a breve. Dicevo, esplode il pozzo e vengono scelte quattro persone (proprio loro quattro) per una missione pericolosissima, importantissima e pagata benissimo. Devono trasportare sei casse di nitroglicerina da una zona distante centinaia di chilometri al pozzo stesso. Ecco che arrivano le inquadrature magnifiche che ti fanno entrare nel film e ti fanno provare quello che sentono i personaggi. Le loro emozioni, le loro paure, perché diciamocelo.. provateci voi a portare sei casse di nitroglicerina in un terreno pieno di buche, su strade non asfaltate e piene di curve, su ponti di legno marcio. Le inquadrature ti fanno vedere quello che vedono i vari personaggi, anche e soprattutto l’altezza.
La storia continua fra mille difficoltà, nostalgie di casa, sogni di gloria, domande sulla riuscita della missione, domande su cosa si farà dopo la missione, problemi tecnici, colpi di scena ed un finale amaro.

Un film fantastico, emozionante, con un finale amaro.
Che cazzo volete di più? Che mi infilo una scopa nel culo in modo da spazzare per terra mentre cammino?

DonMax

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