Recensione su Song 'e Napule

/ 20136.772 voti

26 Agosto 2014

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ce ne hanno messo i Manetti a fare un film decente dal Piotta in avanti. Paco è un pianista finito in polizia tramite raccomandazione di mamma, sta in un ufficio con un tizio come lui che legge Mr NO ed è il classico secchione trentenne sfiggy ma intelligente e sensibbboli. Ma sai che con dei pianisti ci puoi fare un sacco di film? Pensaci. Come sia sia, in quanto tale (pianista) viene preso di forza e buttato in linea prima, infiltrato nella band del neomelodico Lello Love per entrare a un matrimonio dove ci sarà un killer latitante che e poi e quindi capito no? Avrà occasione di scoprirsi a suo modo eroico, ritrovare l’amore e il lato positivo della napoletanità, uèuè, che prima (auto)disprezzava. Operazione interessante e riuscita quella dei Manetti, dove il peculiare genere neomelodico viene sfottuto ma nella sostanza contemporaneamente riabilitato, e lo sforzo è teso ad evidenziare la coesistenza, non che l’immagine sia nuova, della me**a della quotidianità napoletana, camorra rifiuti omertà, insieme ai valori, amicizia amore giustizia, che comunque sussistono, e il letame e i fior. Uèuè. Scusate, scappato, scrivo molto razzista, lately :/ Lei che figa, direttamente da Un posto al sole (questo l’ho letto, sennò col cacchio che la riconoscevo), immancabile la ripresa degli stilemi della subculture cineserieB anni ‘70 e ‘80, come detto i fumetti, la polizia violenta ma buona, gli inseguimenti nei vicoli. L’attore che recita Lello e dice cuoricina a tutte è anche autore della sceneggiatura, mentre per le musiche c’entra il giro della Piccola orchestra Avion Travel, col fratello di Tony Ubiquo Servillo, Peppuzzo, nel ruolo del killer.
E poi vabbé, il neomelodico lo seguo ridendo su yt da così tanto che senza quasi scherzare posso dire I love it <3 è un universo, e che si potesse raccontarlo senza buttarlo in un pozzo non l’avevo immaginato.

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