Recensione su Somewhere

/ 20105.9247 voti

Celebrity ennui / 22 Luglio 2013 in Somewhere

Sofia Coppola si ispira a se stessa per il suo Somewhere, opera puramente intimista, vincitrice del Leone d’Oro al miglior film alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2011.

Somewhere appare noioso, con i suoi infiniti silenzi, le sue camere immobili e le scene lunghissime e ripetitive, ma è proprio in questo che spicca la sua poesia.

Sono proprio questi dettagli stilistici che mi hanno fatto apprezzare tutti i film di questa talentuosa figlia d’arte e che mi spingeranno a seguirla ancora, imperterrita. Perché “come lei nessuno mai” riesce a stupirmi, a commuovermi, nonostante i rimandi non spiegati, le parole non dette, la non immediatezza. Perché sa come esprimersi con originalità senza l’uso delle parole, sfruttando al meglio le potenzialità dell’immagine, dei suoi attori.. dei loro sguardi.

Con il lento scorrere del tempo la Coppola ci regala la stessa apatia provata dal protagonista, che sin dal primo minuto si scopre non provare più particolare interesse per la vita. La sua Ferrari lo annoia, ai festini sembra quasi sentirsi fuori luogo… persino le lap dance private lo fanno addormentare. Ed su questo che la regista pone la sua lente d’ingrandimento. Sulla voglia dell’osannato Johnny Marco di trovare qualcos’altro che dia un senso alla sua vita insulta, strozzata dalla routine, dove c’è sempre qualcuno pronto a ricordargli cosa deve fare e dire. Dove non esiste qualcosa per cui valga davvero la pena alzarsi dal letto la mattina.

Sofia Coppola è sempre la solita esteta, attenta ad ogni particolare delle sue inquadrature, dai dettagli materiali a quelli cromatici della fotografia, che con l’uso di una lente giallognola rimandano allo spettatore il senso di romanticismo che voleva attribuire al proprio quadro descrittivo e naturale, pieno di significato, in cui un bravo Stephen Dorff ci mostrerà come può cambiare un uomo alla scoperta delle priorità.

Peccato solo per l’imbarazzante sequenza in Italia, che mostra tutto il peggio della nostra cultura. Dalla Ventura, alla Chiatti, passando per Valeria Marini. No comment.

Lascia un commento