Recensione su Biancaneve nella Foresta Nera

/ 19975.836 voti

26 Aprile 2014

Un 5 e mezzo per una pellicola che nell’intento di dar vita a una trasposizione cinematografica lontana dall’eredità Disney riesce a far sfoggio di alcune trovate visive niente male, forte peraltro di quelle atmosfere suggestive che solo le incontaminate foreste dell’Europa centro-orientale riescono ancora a dare.
L’apparato scenico regge, un po’ zoppicante, invece, la sceneggiatura, che nel tentativo di plasmare una nuova versione della celebre fiaba si esaurisce in fondo in novità poco convincenti.
Un tipico prodotto fantasy anni ’90, direi.

Recensione completa

5 commenti

  1. icarus / 27 Aprile 2014

    !!!Il seguente commento può contenere spoiler (ma ancora non so per certo… ;P)

    @cappellai0matto: ricordo di essermi avvicinato alla pellicola incuriosito proprio dalla straordinaria trasformazione della Weaver.
    In generale ho trovato stranamente convincente lo script, con le dovute eccezioni del caso naturalmente ( il poco brillante dialogo fra Lilli e Will all’interno della “casetta” dei 7 nani, tanto per fare un esempio )ma molto più di quanto tendo ad aspettarmi solitamente da una produzione televisiva.
    In questo, al contrario, mi ha piacevolmente sorpreso, essendo riuscito nell’impresa di stravolgere i canoni della fiaba e quindi di offrire innovazione alla tradizione, senza mostrare evidenti segni di cedimento e senza tradire lo spirito della fiaba, restando in vero saldamente ancorato al rapporto matrigna-figliastra.
    Persino nel finale, che è un terreno narrativo decisivo e perigliosissimo dove lo spauracchio della banalità è sempre alle porte, mantiene la sobrietà che le è propria risolvendosi semplicemente nella sconfitta dell’ antagonista ( e siamo onesti, potevamo forse aspettarci o volere diversamente?) e mantenendo prudentemente una struttura aperta (non vi è infatti alcuna degustazione di confetti, né copiose manciate di riso, né estenuanti insufflazioni ai fiori d’arancio), cautela di cui non posso far altro che ringraziare.
    Per il resto sono pienamente in accordo con te, ho apprezzato anch’io moltissimo l’eleganza descrittiva, nonché l’ intelligente regia che evita, a mio avviso con successo, possibili cadute di stile, lasciando più spazio all’immaginazione che alla visione e nascondendo, direi al meglio, le carenze recitative della Keena. ( di già impresa lodevole trovi anche tu?…).
    Un prodotto discreto insomma, che ha il merito di riuscire con esiti soddisfacenti laddove altre produzioni, con mezzi anche di molto maggiori, hanno miseramente fallito.
    Hai espletato un’analisi dettagliatissima ed interessantissima di cui mi congratulo vivamente, ma non ho ben capito cosa non ti è effettivamente piaciuto del film, cioè leggendola mi sembrava quasi che in definitiva avessi apprezzato la pellicola. Voglio dire, sei stato molto eloquente nelle premesse ma un po’ sfuggente nelle conclusioni e invece ci terrei a capire meglio il tuo punto di vista, poiché mi hai incuriosito parecchio.
    Ne approfitto inoltre per complimentarmi con te per il blog, che avevo già visitato e che trovo strainteressante, per cui son ben pronto a cogliere l’occasione e lieto di farlo.

    ps_ comunque… i 7 nani MIGLIORI DI SEMPRE!! XD

    • Fantasmagoria / 27 Aprile 2014

      Innanzitutto, grazie mille per i complimenti. Che però ti rigiro, dato il tuo commento-recensione. XD
      Che la pellicola mi sia piaciuta in effetti è vero. Qui, al momento di assegnare le stelline, ho tolto, un po’ severamente, mezzo punto, ma la sufficienza era sicuramente più appropiata.
      Cosa non mi ha però permesso di andare oltre? Credo si sia trattato più che altro di “speranze tradite”. Mi spiego.
      La pellicola, come recitavano i manifesti e recita tuttoggi la copertina del mio dvd, aveva l’intento di riscrivere in chiave horror (ed è questo il genere con cui il film continua perlopiù a essere catalogato) la fiaba classica, rimanendo però fedele alle atmosfere letterarie.
      Solo che personalmente questa reinterpretazione non l’ho vista. I nani sono stati alzati di un paio di centimetri e trasformati in ex galeotti (ma in fondo, ad eccezione di uno, sempre dal cuore buono… ovviamente) e alla matrigna è stato affidato un figlio nato morto per offrire una sorta di rafforzativo al classico odio-dovuto-alla-vanità.
      A mio dire, non ci sono stati quindi stravolgimenti atti a giustificare una riscrittura della fiaba, forse nel timore di stravolgerla e allontanarsi un po’ troppo dal seminato (come per esempio fatto dal recente Snow White & the Huntsman, che per quanto regista e sceneggiatori possano dirne, deve parecchio a questa versione anni ’90).
      I buoni sono rimasti buoni, le linee guida sono sempre le stesse e l’immancabile happy end è sempre lì.
      Tutto ciò fa forse di Snow White: a tale of terror un brutto prodotto? Assolutamente no, solo che non ha (almeno secondo il mio gusto, ovviamente) operato nessuna vera innovazione. Lo guardi e sai benissimo cosa aspettarti dalla scena successiva. Ti dici: “prodotto gradevole, ma da come era stato presentato mi sarei aspettato di più”. Ecco, per farla breve, ha osato poco. Non una vera versione horror della fiaba, ma un dark fantasy di quelli che andavano di moda tra la fine degli anni Ottanta e la prima metà dei Novanta (e in effetti è anche arrivato in ritardo. Ghghg).
      Aggiungendo qualcosina in più, a pesare nel giudizio finale anche una recitazione che ho trovato non proprio eccellente. La Weaver mi è piaciuta, il resto un po’ meno. Anche Sam Neill, per esempio. Non è andato oltre il minimo sindacale.

      Comunque sì, hai ragione :p
      Tendenzialmente sul giudizio finale sfumo sempre un po’.
      Lo faccio spesso per scelta. Dato che nel giudizio pesa sempre un forte soggettivismo, tendo a dare più spazio (nel mio piccolo) al periodo o al substrato culturale nel quale la pellicola è stata girata, oppure, data l’attenzione verso il cinema di genere, evidenziando eventuali collegamenti con fiabe, folklore, letteratura o lavori precedenti.
      Si fa quel che si può. Ghghg.

  2. icarus / 29 Aprile 2014

    @cappellai0matto: No, neanch’io lo definirei un horror onestamente, ma personalmente non mi ero creato aspettative a riguardo.
    E’ pur vero che tale etichetta viene sempre indicata come categoria secondaria il che non giustificherebbe aspettative tanto grosse in tal senso; ho rivisto trailer, poster, frammenti di storyboard e secondo me quest’intenzione non emerge così tanto prepotentemente.
    Se analizzi il film alla luce di tali attese la delusione non può essere che inevitabile e priva di un reale rimedio.
    Per questo motivo non sono d’accordo sul fatto che abbia osato poco; ha osato il giusto direi, mantenendo l’atteggiamento prudente che ho tanto ed in più occasioni apprezzato. Non ha osato più di quanto non potesse, evitando ad esempio effetti speciali ( funzionali anche allo script intendiamoci ) che sicuramente avrebbero inciso negativamente sulla qualità del prodotto.
    Continuo a domandarmi inoltre quali altre innovazioni potesse ancora apportare senza finire con il disperdere completamente ogni connessione con la fiaba originaria (ed in proposito notare recensione precedente alla tua!) ; non vi erano proprio i presupposti a mio avviso per aspettarsi di più ed essendo te ferrato in materia, mi chiedo con quali altre produzioni tu abbia potuto operare un raffronto mentale per ritenerti conclusivamente deluso. E te lo chiedo perché se fosse vera l’esistenza di produzioni televisive così evidentemente migliori di questa (e a me sinceramente non sovvengono molti titoli) caspita se voglio cicciarmele anch’io!!!
    A me francamente Sam Neil è sembrato convincente nei limiti delle sue possibilità, ha fatto cioè quello che i limiti imposti dal suo ruolo gli permettevano di fare ed in fondo non era che un personaggio secondario. Monica Keena al contrario credo che in fatto di credibilità sia stata ampiamente superata dal suo corrispettivo fanciullesco.

    La mia comunque non voleva essere in alcun modo una critica semmai avessi percepito questo; piuttosto il tuo atteggiamento enigmatico e scivoloso nella chiusura lasciava effettivamente inappagata la mia curiosità, il che è ottimo di per sé, chiara riprova di abilità nel suscitare interesse.

    • Fantasmagoria / 29 Aprile 2014

      Ma assolutamente! Anzi, al contrario. A parte il fatto che mi fa davvero piacere partecipare a uno scambio di idee non solo su un film di genere (che eccezion fatta per i blockbuster recenti non è cosa frequente), ma addirittura minore, non la vivo minimamente come una critica. Tranquillo. Come detto, è spesso il mio modo di scrivere. Preferisco mettere all’angolo un giudizio personale a favore di aspetti più oggettivi che possano accompagnare la visione o approfondirla subito dopo.
      Per cui, nessun problema. E poi un social sul cinema deve essere fatto di scambi di opinione!

      In ogni caso, non si è trattato solo dell’essersi aspettato una versione horror della fiaba, quanto piuttosto l’aver sperato in una reinterpretazione, una variante, o come altro la si voglia chiamare.
      La pellicola di Cohn prometteva una riscrittura della fiaba. Riscrittura che per me non è avvenuta.
      Ora, di versioni relative a Biancaneve e i sette nani ve ne sono state a decine, e se non erro è la fiaba che vanta il maggior numero di trasposizioni per piccolo e grande schermo. E di vederne una centesima (e qui lancio anch’io una frecciatina innocua al commento prima del mio…) ne farei ormai anche a meno.
      Va da sé che se ti trovi davanti alla prima trasposizione di un romanzo, una piece teatrale, o anche a un remake di una pellicola ante guerra, tu possa trovare piuttosto gradevole una versione fedele in toto all’originale o, comunque, abbastanza simile. Ma quando questa versione si doppia, triplica, quadruplica, beh, in tal caso il rischio è quello di annoiarsi.
      Anche al di là di aver visto una, due o tre versioni cinematografiche/televisive della fiaba, ci troviamo davanti a un racconto talmente famoso, infossato nel nostro immaginario comune, da risultare ormai bello che masticato e digerito. Ecco perché una versione, per quanto gradevole, ma che continua a muoversi sui binari tipici della fiaba, seguendone pedissequamente la trama, non potrà mai entusiasmarmi più di tanto. E, almeno per quanto mi riguarda, il gruppo di nani-non-più-nani, trasformati da minatori a banditi, o la scelta di dirottare l’amore della principessa mantenendo però l’happy end, non costituisce una vera innovazione.
      Certo, c’è la storiella del bambino della matrigna, ma anche qui, a mio modo di vedere, non si tratta di un’innovazione, bensì di una semplice precisazione. Un particolare che, per quanto ne sappiamo, poteva benissimo esser presente anche nella fiaba originale. Solo non specificato.
      Insomma, sul fatto che Snow White: a tale of terror/i> non potesse spingersi oltre non sono d’accordo.
      Ti faccio un esempio per farti capire meglio cosa intendo per “vera rivisitazione”, e per farlo chiamo in causa il mondo dei fumetti. Non se se tu abbia mai sentito parlare di
      Fables. E’ una serie, ideata dallo scrittore Bill Willingham, che ha immaginato le fiabe cacciate dai propri regni da un usurpatore e costrette a vivere fra i mortali.
      Ecco, al di là della trama generale, e prendendo in causa il singolo personaggio in relazione al suo passato, Willingham, nel momento di riscrivere la fiaba classica (e ci soffermiamo solo su un singolo episodio) si sarà detto: “Abbiamo dei nani che trascorrono tutta la loro giornata a lavorare nelle miniere. Poi tornano a casa e sono costretti a cucinare, spazzare etc… Dei tipi rudi, vecchi, callosi e avidi che non vedono una donna da chissà quanti secoli. Poi, di colpo, ecco piombar loro in casa una giovane e avvenente ragazza. Quale reazione vuoi che abbiamo?” Inutile specificare altro.
      Ed è solo un aspetto della fiaba reinterpretata.
      Capisci cosa voglio dire? Non si tratta di aggiungere solo qualche novità. Ma di riflettere sul testo e, usando la testa, trovare strade alternative che sappiano stupire lo spettatore. Si rivoluziona la fiaba senza però allontanarsene! Si offre qualcosa di inaspettato e originale senza però sfuggire dai confini di un recinto specifico. Ecco cosa cercavo in Snow White: a tale of terror e che cercherò nelle futuri versioni (scritte o filmate che siano) della fiaba: un po’ di diversa originalità. Perché altrimenti ci si riduce ad avere solo copie su copie, con l’unica differenza di un inchiostro di colore differente.

  3. icarus / 18 Maggio 2014

    Eccomi. Innanzitutto ti giro questa notizia, semmai non ne fossi già a conoscenza dato che si tratta di voci girano da più di un anno: warner-bros-has-nine-dc-movies-planned-including-sandm-1569363127.

    Credo di aver capito cosa intendi dire. Vero è che della fiaba esistono decine di versioni che coprono l’arco di oltre un secolo. E già qui abbiamo forse un primo dato di cui tener conto: il tempo; non potrebbe forse l’elemento temporale in sé essere giustificativo della reinterpretazione di una storia, per quanto già sfruttata in precedenza, magari alla luce delle tecnologie più avanzate, di una sensibilità diversa rispetto al passato, di un diverso modo di fare cinema?
    Fossero concentrate in pochi anni se ne sarebbe avuta la nausea, ma di questa intossicazione da Biancaneve non mi sembra vi sia riscontro né in giro né sul web (non fino al 2012 almeno e non nel ’97). Nel caso specifico direi che abbiamo un unica grande versione cinematografica passata alla storia, che è quella appartenente alla tradizione disneyana.

    Non sono questi i film che mi annoiano personalmente , anzi son proprio quelle piccole e semplici opere che mi piace invece riscoprire. Trovo invece detestabili le più recenti rivisitazioni in cui l’appiglio alla fiaba si risolve in trovate commerciali per me totalmente prive di interesse. ( Fables non lo conoscevo, ma Once upon a time si e non mi piace francamente…).

    Credo che alla base del nostro discordante giudizio ci siano fondamentalmente aspettative diverse. Forse (mio malgrado) Hansel and Gretel: witch hunters ad esempio segue un po’ le evoluzioni di trama da te descritte, ma se dovessi invece suggerirti un titolo di mia recente visione ( rimanendo peraltro nell’ambito della stessa fiaba) preferirei di gran lunga fosse Blancanieves, benchè qualche dubbio che possa non piacerti permanga.

Lascia un commento