Recensione su Sei gradi di separazione

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11 Febbraio 2012

Pur apprezzando l’originalità del plot, la gradevole regia di Schepisi e le valide interpretazioni dei protagonisti, a conti fatti questo film non mi ha entusiasmata molto.
Più che altro, non ho compreso esattamente dove volesse andare a parare: il suo intento, a mio dire, non è certamente quello di mettere in scena la teoria dei sei gradi di separazione, poiché, pur scervellandomi sui legami esistenti tra i personaggi, questo famoso “sei” non torna mai.
Certo, si tratta di un elogio all’immaginazione tanto celebrata dal giovane Paul che, grazie alla sua intraprendenza, tira sù un magheggio mica da poco.
Per il resto, ho gradito la buona critica ad una certa fetta dell’élite newyorkese, troppo concentrata sulla propria verve e sul suo (cit.) sintomatico mistero, ed il biasimo nei confronti di una schiera di figli inaciditi nei confronti dei padri per partito preso.

1 commento

  1. Noloter / 11 Settembre 2012

    In effetti è passabile, ma la piega che prende sul finale mi ha deluso un po’.

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