Sicilian Ghost story / 8 Aprile 2018 in Sicilian Ghost Story

Basata sul brutale omicidio mafioso del
15enne Giuseppe Di Matteo, il duo Piazza-Grassadonia realizza una favola nera in cui l’amore di due adolescenti si fonde con una Sicilia e una storia mafiosa, decostruendo i cliché di entrambe, per formare qualcosa di nuovo. Nessun cinema storico o impegnato, sole e agrumi; qui solo boschi, terra (mai arida) e un’opera onirica, circolare e verticale, infarcita di simbolismi naturali, in cui tra realtà e fantasia i confini sono labili e la regia stessa si diverte, (soggettive, piani lunghi, riprese a mezzi busti ecc.) esplorando i tanti mezzi della settima arte. Proprio questa continua ricerca tecnica o i rimandi simbolici alla lunga scadono nell’autoreferenziale, provando a coprire i buchi di sceneggiatura, e invece coprendo (insieme agli ultimi insensati dieci secondi) in parte un’ambizioso e ammirevole film su una gioventù, pazza per alcuni, in realtà l’unica a sapere che i mostri esistono

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