Recensione su La palla n° 13

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31 Dicembre 2014

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

La quantità di capolavori che Buster Keaton ha prodotto nella sua carriera è imbarazzante, ma tra tutti sento di preferire maggiormente Sherlock Jr. (sciaguratamente doppiato in italiano in Calma signori miei! o La palla n° 13), perfetto nel mostrare tutto quello che Keaton era capace di fare, col corpo e con la cinepresa.
Primissimo esempio di metacinema (già accennato nel suo corto The Electric House e sviluppato similmente ben 60 anni dopo da Allen con lo splendido La rosa purpurea del Cairo) , nel film Keaton interpreta uno squattrinato proiezionista con l’hobby dell’investigazione, ingiustamente accusato di un furto orchestrato dal suo rivale in amore. Egli troverà rifugio nel sogno e nella fantasia, entrando a viva forza nello schermo del cinema dove lavora. Qui finalmente potrà ottenere la sua rivalsa sul mondo reale, impersonando un abilissimo investigatore, sconfiggendo il suo rivale e conquistando il cuore dell’amata. Infine, una volta uscito dal film (e dal sogno), il giovane esprimerà finalmente i suoi sentimenti alla ragazza proprio come farebbe un vero eroe, in un finale romantico ma anche ammiccante e sornione, tipico di Keaton (vedi ad esempio Three Ages).
Durante tutto il film le varie invenzioni comiche ed i virtuosismi atletici del regista fanno come solito da padroni (ed il fatto che non usasse controfigure rende il tutto ancora più incredibile), ma una menzione d’onore va agli effetti speciali, soprattutto per la magnifica scena in cui Keaton balza da uno scenario all’altro nello schermo, un effetto sorprendente ed inedito per l’epoca.
In conclusione, Sherlock Jr è un film spassoso e divertente come gran parte della filmografia di Keaton, ma allo stesso tempo è un immenso atto d’amore per il cinema, magico mondo dei sogni dove lo spettature può rifugiarsi per sfuggire agli infiniti problemi della vita.

1 commento

  1. inchiostro nero / 4 Gennaio 2015

    Tra l’altro, le traduzioni italiane del titolo, se non per ” La palla n° 13 ”, che ha qualche attinenza ”onirica”, ben poco servono a presentare l’opera, se non ad allontanarla dal suo genere. L’aspetto investigativo è cruciale, sia nel racconto, che nel sogno, e non vedo come ”Calma, signori miei”, o la ”La palla n° 13”, possano in qualche modo ricalcarne il termine.

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