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Il cavaliere della valle solitaria

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Di questi tempi, ci vorrebbe uno Shane / 19 Settembre 2017 in Il cavaliere della valle solitaria

Shane avrebbe dovuto essere completamente diverso; la prima scelta del casting cadde su Montgomery Clift e William Holden, che rifiutarono. Stevens non mollò il progetto e chiese alla Paramount di vedere l’elenco degli attori sotto contratto, dal quale estrasse i nomi di Alan Ladd, Van Heflin e l’ormai cinquantenne Jean Arthur. Stelle di certo molto meno luccicanti che seppero tuttavia dare al film un’anima più autentica; la parabola del cavaliere senza macchia che viene a infondere coraggio nella comunità minacciata dal bravaccio di turno (un ottimo Emile Meyer) assume i contorni di un vero e proprio archetipo western. Bella la figura dell’eroe mite Shane coi suoi lineamenti dolci al quale viene contrapposto lombrosianamente lo splendido volto spigoloso di Jack Palance nei panni dell’antagonista pistolero. La statura morale di Shane viene presa a modello dal piccolo Joey, interpretato dall’ esordiente Brandon De Wilde, bimbo dal volto tarkovskijano o bergmaniano; un po’ tutta la pellicola ha tali singolari attardamenti nella narrazione da richiamare quasi il cinema europeo.
Infine, mi sembra quasi assurdo dirlo, ma questa antica morale del coagularsi contro il male non suona più così novecentesca. In tempi in cui “fanno di noi quel che vogliono” ci sarebbe davvero bisogno di uno Shane.

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Diverso dal solito ma molto bello / 1 Agosto 2017 in Il cavaliere della valle solitaria

Un misterioso e solitario pistolero di nome Shane (Alan Ladd), scendendo dalle montagne del Wyoming, arriva in un vallata dove incontra subito una famiglia, alla quale si lega praticamente da subito. Ci sono il marito Johnny (Van Heflin), la moglie Marian (Jean Arthur) e il giovane figlio Joey, che si affezionerà particolarmente all’uomo. Shane decide di restare con la famiglia dopo che ha assistito alle prepotenze della banda di Ryker, che comanda in città vista la lontananza della legge. In ogni modo essi cercano di scacciare i contadini per avere i pascoli liberi, ma la tenacia del padre, che cercherà di coinvolgere tutti gli altri uomini come lui, è dura a morire, e la presenza di Shane sarà forse la scintilla che deciderà le sorti di loro. Un western particolare, l’azione non è certo ricchissima, il ritmo non è mai elevato, anzi, eppure riesce sempre a tenere alta l’attenzione. Quando poi si giunge alle scene d’azione, si resta decisamente ben ripagati, così come per quanto riguarda la fotografia, che venne premiata con l’Oscar. Un ottimo film di George Stevens, un western un po’ diverso dal solito che tratta temi come l’onore e l’amicizia, e che è sicuramente da vedere.

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1 Novembre 2012 in Il cavaliere della valle solitaria

è un western atipico, con poca azione – a tratti forse anche noioso – ma con molto approfondimento psicologico.
Non amo molto il genere ma questo è uno dei pochi titoli che continuo a rivedere con piacere. Qui non si parla solo della lotta per il territorio tra un bravo contadino e l’odioso allevatore, si affrontano altri temi come la lealtà e il rispetto della legge.

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