Recensione su Shame

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Società meschina / 18 Marzo 2014 in Shame

Tanta forma, ma McQueen lascia un po’ la sostanza a casa. In primis la sceneggiatura ha dei punti di forza proprio nel sottolineare il modo in cui la società crea mostri e l’individuo (ormai omologato ad essa) non riesce ad esprimere completamente la propria sessualità e relativi feticismi perché le persone attorno a lui lo considererebbero “diverso”, “strano”. Fassbender e Mulligan bravissimi nei loro ruoli, ma purtroppo il finale vanifica il tutto rendendo assolutamente inconcludente quanto visto. In momenti come questi mi viene in mente il finale di “Arancia meccanica”, perché un regista non riesce a prendere una posizione salda, ferma, precisa? Il protagonista è “guarito” (si passi il termine) o no? Continuerà a vivere come ha sempre fatto o ha dato una svolta alla sua vita?

Dal punto di vista registico i piani sequenza di McQueen danno la giusta profondità ed espansività alle scene, grazie anche ad una fotografia studiata al millimetro, non si può dire che ogni inquadratura non sia oro colato, ma la prossima volta, dare un finale che non sia cerchiobottista sarebbe quanto meno adeguato.

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