Recensione su Sei donne per l'assassino

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Sei donne per l'assassino
Regia:

Bava firma il thriller contemporaneo / 6 Giugno 2016 in Sei donne per l'assassino

Con questo film, Bava ha tracciato un solco nella cinematografia internazionale, definendo il filone del giallo all’italiana e spargendo i semi del thriller contemporaneo, iniziando a pigiare l’acceleratore su un elemento di grande richiamo, quell’erotismo cifra di più generi all’italiana, appunto, che, se non ancora pienamente mostrato, è già una componente fondamentale della storia (si parla di un maniaco sessuale, senza che vi siano prove di violenze carnali, la lingerie femminile compare sovente, le relazioni tra le vittime e i sospetti maschi sottendono una forte tensione sessuale).
I film di genere prodotti da allora hanno attinto e attingono più o meno coscientemente al contesto morboso e sadico di questa pellicola in cui brama e violenza reggono morti tanto efferate quanto labilmente giustificate.
A proposito delle eredità di questo film, è una mia suggestione o, visto il suo abbigliamento, maschera compresa, l’aspetto del Rorschach dei Watchmen di Moore potrebbe derivare dal misterioso assassino di questo film?

Il gusto estetico di Bava (che immagino consapevolmente kitsch) si esplica nell’uso di luci artificiali violente e pulsanti, scenografie sovraccariche di oggetti, tra cui spiccano tendaggi, statue, specchi, cornici rococò, oggetti di lucida bachelite, e di corpi e volti femminili (truccatissimi) che richiamano quelli delle Bild Lilli. L’abbigliamento e il trucco delle donne quasi priva le vittime dell’intrigo narrativo della propria umanità, astraendo totalmente la vicenda da una possibile realtà: Bava sa di esagerare e, pur compiacendo se stesso e il pubblico con una serie di omicidi altamente estetizzati, allontana i suoi personaggi (e gli spettatori) dalla quotidianità, come a dire, con tutti gli errori che tale valutazione si porta appresso, che simili atrocità possono svolgersi solo su celluloide.

Benché, a posteriori, sappia che, con l’uso di un elemento numerico, anche il titolo abbia fatto storia, mi stupisce che il numero delle vittime sia noto ancora prima dell’inizio del film: in effetti, il pubblico sa quante morti deve aspettarsi e la sua fantasia viene pungolata (come verrà uccisa la prossima modella?), ma -per i miei gusti- oso dire che anticipa troppo della trama.

5 commenti

  1. TraianosLive / 6 Giugno 2016

    La trama è il punto debole di questa pellicola Baviana. Esteticamente è un vero e proprio gioiello…un film di pura tecnica mal supportato da una trama un po’ trita perfino per i tempi. Ad ogni modo il lascito è importante perchè stabilisce i canoni.

    Forse hai ragione… il rorschach di Moore assomiglia molto. ..bella intuizione. Di sicuro ha influenzato decine di opere derivate…tutti gli assassini di Argento ricordano il Killer di Bava.

    • TraianosLive / 6 Giugno 2016

      ho approfondito un po’ la questione e Rorschach è ispirato al personaggio di “Question” creato da Steve Ditko nel 1967. A questo punto la domanda (la question appunto) è “Ditko si è ispirato a Bava?”.

      • Xibalba / 7 Giugno 2016

        anche per freddy kruger si pensa sia ripreso da quest film (assassino col cappello,
        -spoilerino-

        una delle uccisione avviene tramite un guanto con gli artigli)

  2. Stefania / 8 Giugno 2016

    @traianoslive: sono quesiti degni di uova e galline: chi è nato prima? 🙂
    Purparlé… Potrei sbagliarmi, ma credo che, esteticamente, Bava si sia ispirato a sua volta a L’uomo invisibile di Whale http://bit.ly/1tgQGev (e, se non al film, alle copertine del romanzo di H.G.Wells da cui il film di Whale è tratto).

    @xibalba: non avevo pensato a questa somiglianza: forte!

    • TraianosLive / 8 Giugno 2016

      @Stefania: Che a sua volta si era ispirato ad uno che aveva freddo 😀 Beh…certo…è giusto per fare un po’ i nerd 🙂
      Per tornare sull’impatto estetico che ha avuto questo film, di recente si può sicuramente nominare “Crimson Peak” . Come ebbi già modo di dire nella mia recensione sul film di Del Toro la colorazione blu/rossa e i numerosi giochi di luce devono molto a Bava.

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