22 Maggio 2011
Al di là delle invenzioni visive legate al mondo dei videogiochi (che, alla lunga, diventano perfino ripetitive e fini a sé stesse), ho trovato questo film riuscito e molto originale per il tono quasi postmoderno con cui ha affrontato il tema trito e ritrito dell’autoaffermazione personale, della crescita, del distacco dalla forma mentis adolescenziale, delle fisime amorose, della “seconda possibilità”.
Il merito è principalmente del fumetto (quasi) manga-indie-geek di O’Malley (di cui ho letto solo il primo volume edito in Italia, lo confesso): a Wright si deve la salda direzione degli attori (perfetto Cera, per esempio) ed un sapiente uso delle tecniche digitali.
Recensione da Oscar (3)
Ne parlano tutti benissimo! adesso sono proprio curioso di vederlo!