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Schindler's List

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Shoa vista da Spielberg / 17 Settembre 2022 in Schindler's List

Rivisto dopo un po’ di anni questo bel film di Spielberg.
Cracovia, 1939. L’imprenditore tedesco Oskar Schindler (Liam Neeson) decide di impiantare un’azienda che produca pentole e tegami per l’esercito tedesco approfittando del divieto imposto agli ebrei di avere attività commerciali. Con l’aiuto del contabile ebreo
Stern (Ben Kingsley) troverà i fondi necessari per aprire l’attività. Nella fabbrica viene assunto (anche se è una parola grossa visto che non vedevano assolutamente nessun tipo di compenso) personale ebreo, molti cooptati da Stern evitando di farli finire nei campi
di concentramento. Le cose sembrano procedere per il meglio (scusate l’eufemismo, vista la situazione della guerra e degli altri ebrei) ma si complicheranno con l’arrivo di Goth (Ralph Fiennes), incaricato di avviare la costruzione di un nuovo campo di concentramento.
Film teso e intenso, girato la maggior parte in bianco e nero con solo alcune piccole scene a colori (come il cappotto della bambina);
la “solita” violenza dei nazisti nei confronti degli ebrei e la presa di coscienza di un tedesco che si accorge di quello che sta succedendo intorno a lui. Nonostante tutto decide di rischiare la vita e i soldi guadagnati per salvare la vita a numerosi ebrei.
Bellissima anche la scena finale con gli ebrei che portano una pietra sulla tomba di Schindler (ogni pietra corrisponde a una vita salvata). Alcune scene drammatiche (il rastrellamento dei bambini del campo e quando le donne finiscono nel campo di Auschwitz) rendono il film uno dei capolavori di Spielberg.
Nel resto del cast da citare Embeth Davidtz nei panni di Helene Hirsch (la donna di cui Goth sembra invaghito anche se la tratta “male”).

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Immortale / 31 Gennaio 2022 in Schindler's List

Che capolavoro.
Non uso mezze misure, lo vidi la prima volta alle medie, poi altre 2-3 volte qua e la e me lo son rivisto pochi giorni fa.
Davvero non ha perso un milligrammo della sua potenza: Neeson, Kingley e Fiennes sono la perfezione fatta a recitazione, ognuno assolutamente credibile nella sua parte.
Film micidiale come difficilmente ne fanno ancora, da vedere e rivedere.

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30 Novembre 2013 in Schindler's List

Gran film quello di Spielberg sulla Shoah, basato sulla storia, vera, di Oskar Schindler, l’industriale tedesco che salvò oltre un migliaio di ebrei di Cracovia dai forni di Auschwitz.
Partito con l’idea di sfruttare la guerra e la condizione degli ebrei per accumulare ricchezze, la parabola morale di Schindler, sebbene un pò romanzata (soprattutto nel finale), colpisce profondamente.
Difficilmente mi è capitato di trovare in un film una scena che mi facesse commuovere sentitamente, pur ritenendola contemporaneamente un tantino esagerata, come quella dell’addio di Schindler ai suoi operai, in cui si rammarica di non aver salvato anche solo una persona in più di quelle che ora sono lì a ringraziarlo.
Questa scena, a mio parere, è l’emblema dello schema di fondo dell’intero film: il tema emotivamente forte dell’olocausto, che solo a parlarne vengono i brividi, descritto e rappresentato in un modo a tratti un pò enfatizzato.
Tuttavia, nella maggior parte della pellicola lo stile è fortunatamente ed encomiabilmente di taglio pseudo-documentaristico.
La sceneggiatura è fortemente incentrata su due personaggi: oltre a Schindler, grande rilievo ha il boia Amon Goeth, incarnazione perfetta del male assoluto e straordinariamente interpretato da Ralph Fiennes.
Goeth rappresenta la banalità del male, nell’accezione resa celebre dalla Arendt: l’arbitrio del male, l’insensatezza, la crudeltà folle e fine a sè stessa. Qualcosa che è accaduto, così come si vede, una macchia indelebile sull’umanità.
Fotografia in bianco e nero di Kaminski, con quel cappottino rosso che in due singole scene sembra prima voler accendere una speranza per poi bruciarla definitivamente.
E ancora colori, 40 anni dopo, nella riconoscente processione sulla tomba di Schindler dei sopravvissuti e dei loro eredi, i quali, recita una didascalia, superano di gran lunga l’attuale (1993) popolazione ebrea della Polonia.
Terribile la scena della doccia, pur non chiudendosi negativamente: niente zyklon, solo semplice acqua, come se il regista proprio non ce l’avesse fatta, come se lo spettacolo della morte assurda nei campi di sterminio fosse qualcosa di irrappresentabile, e forse addirittura ineffabile.
L’ennesima grande colonna sonora di John Williams.
Intramontabile.

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“Colui che salva una sola vita salva il mondo intero” / 5 Marzo 2012 in Schindler's List

Unico, meraviglioso, strepitoso, spaventoso, crudele, ineguagliabile, impareggiabile, indimenticabile, terribile, traumatico….non basterebbero migliaia di parole per descrivere un capolavoro come questo.
Ma le parole non servono. Migliaia di persone che piangono vedendo un film: ecco la magia di un opera che vuole essere testimonianza, storia, racconto, denuncia, memoria, speranza di/per migliaia di persone che non ci sono più.
Dire che c’è la mano di Spielberg è superfluo.
Dieci stelline non bastano.

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9 Agosto 2011 in Schindler's List

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