Recensione su Scarface

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The World Is Yours / 25 Giugno 2014 in Scarface

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Se oggi attribuiamo all’immagine dell’uomo realizzato (o meglio, del criminale) il volto duro e aggressivo di Al Pacino, con sigaro in bocca, giacca e camicia scomposta, seduto nell’ufficio della sua sfarzosa villa, sicuramente il merito è riconducibile a questa pellicola di Brian De Palma. Ma sarebbe riduttivo affermare che questo racconto di ascesa e declino criminale sia solo un gangster movie ben congegnato e con un personaggio carismatico a grandi livelli.
Scarface rappresenta la voglia di rivalsa dell’uomo nei confronti del mondo, che si consacra attraverso il conseguimento dei principali elementi di rappresentanza: potere, denaro, donne, rispetto. Ma il prezzo da pagare per una moralità così ambiziosa è la propria coscienza, che a lungo andare, comincia a mordere e a non poterne più (Tony, incredibilmente spietato nel perseguire i suoi scopi, paradossalmente si rifiuta di uccidere il giornalista boliviano con la sua famiglia, perché non vuole il peso di innocenti sulla coscienza).
Il personaggio di Tony Montana è caratterizzato da una terribile ossessione per il potere. Quando cerca di ottenerlo, tralascia le cose che dovrebbero contare di più (ad esempio, ha un rapporto da ricucire con la madre ed un’ossessione al limite del morboso nei confronti della sorella), circondandosi invece di nemici. Quando finalmente lo raggiunge e riesce a scalare l’agognata montagna sociale che apre le strade al suo impero personale, si ritrova tristemente solo, impotente di fronte ad un’inevitabile caduta verso il baratro.
Tralasciando un monumentale Al Pacino, colpisce la regia di De Palma, con le sue inquadrature studiate (il monologo al ristorante, con la telecamera che ruota intorno alla stanza e seguendo le movenze di Tony, è forse la più bella di tutta la pellicola) e un sonoro particolarmente azzeccato (le musiche che accompagnano la parte finale della “discesa agli inferi” di Tony, esaltano perfettamente la sua solitudine).

6 commenti

  1. Unospettatorequalunque / 25 Giugno 2014

    Bella recensione, sono d’accordo con tutto quello che ho scritto :). Ho visto sia “Scarface” di Howard Hawks che questo remake di de Palma e li adoro entrambi.

    • Unospettatorequalunque / 25 Giugno 2014

      ops, pardon. Volevo dire “hai scritto”.

      • Francesco / 25 Giugno 2014

        Io purtroppo non ho visto l’originale di Hawks ma spero di recuperarlo in futuro e di potermelo godere senza essere influenzato dal remake. Questo di De Palma l’ho visto ieri (l’hanno passato su Iris) dopo che l’avevo visto parecchi anni fa.

        • Unospettatorequalunque / 25 Giugno 2014

          Beh, io quello di Hawks lo vidi per l’esame di storia del cinema e devo ammettere che è un gran bel film, anche questo abbastanza violento e scabroso (e siamo negli anni 30). Poi vabbè, ogni volta che mediaset passa lo Scarface di de Palma non riesco mai a dire di no, nonostante la valanga di interruzioni pubblicitarie :P.

  2. Francesco / 25 Giugno 2014

    Capisco…il fatto è che la prima volta che vidi questo Scarface lo vidi proprio perché lo passavano in tv una sera d’inverno passata a casa e ignorando oltretutto che si trattasse di un remake 😛

    • Unospettatorequalunque / 25 Giugno 2014

      Ma figurati, anch’io la prima volta che lo vidi non pensavo che fosse un remake! XD. Poi, proprio grazie a de Palma ho scoperto che esisteva un originale degli anni 30 🙂

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