Recensione su Sbatti il mostro in prima pagina

/ 19727.688 voti

Lo squalo manipolatore / 20 Luglio 2017 in Sbatti il mostro in prima pagina

Un film vaticinante. Anzi, no: realista. Perché ha saputo raccontare le contraddizioni di un’Italia sofferente, allora come ora. La capacità di Bellocchio di dipingere lucidamente una contemporaneità complessa come quella delineatasi durante gli anni di piombo ha permesso di cristallizzare i contenuti morali di questo film, tenendoli “in caldo” per gli anni a venire, fino a oggi (e a domani, a dopodomani…), a dimostrazione del fatto che “niente cambia, mentre tutto cambia già”.

In un crescendo di consapevole aberrazione morale, in cui ogni tassello del “complotto” politico raccontato si incastra perfettamente nel gioco generale delle parti finalizzato a manipolare determinati fatti per scopi utilitaristici, il film di Bellocchio racconta con straziante onestà intellettuale come la realtà sia solo una questione di punti di vista e che, laddove possibile, è necessario mantenersi vigili, critici, attenti, soprattutto consapevoli che i mezzi di informazione (e di controinformazione) non sanno, non vogliono e non possono essere obiettivi. Non si tratta di essere complottisti, di vedere ovunque un nemico. Bensì, di restare lucidi, di alimentare la curiosità e l’obiettività (appunto) a danno dell’acquiescenza morale e intellettuale.

Detto questo, il cinema politico italiano trova in questo lavoro di Bellocchio un felice episodio, sia dal punto di vista tecnico e formale, con una certa più o meno volontaria strizzata d’occhio ai film di genere del periodo (poliziotteschi in primis), che narrativo, con un plot a orologeria sconvolgente, dominato dalla figura del direttore Bizanti, un Gian Maria Volonté dalla pronuncia blesa che incarna magistralmente uno squalo, una creatura dallo sguardo fisso e il volto immobile che segue indefesso una scia di sangue, certo di raggiungere il proprio obiettivo.

Lascia un commento