Oliver Stone: partire bene, farsi un nome, vivere di rendita / 7 Aprile 2013 in Le belve
Le Belve è il tentativo, purtroppo, non riuscito di Oliver Stone di presentare un film bello.
Non voglio dire che sia veramente brutto, ha tutto quello che serve per passare una serata allegrotta con amici e rispettive ragazze ma è scarsissimo. Infatti alla fine risulta una mezza cazz**e.
I protagonisti della pellicola sono due giovani di Laguna Beach alta, Laguna Beach bene mica Laguna Beach bassa dove le persone hanno un reddito pro capite di soli due milioni di dollari.
La particolarità è che i due sono completamente diversi gli uni dagli altri: “Il nazi-fascista con tendeze omososessuali e il botanico buddista zecca”.
Dio li fa e poi li accoppia.
Dicevo, il nazi con tendenze omosessuali represse poiché ama platonicamente il botanico impegnato, è di ritorno da “a guera” in qualche posto dove si ammazzano tipo Afghanistan o Hell’s Kitchen, a voi la scelta. Il Buddista zecca invece è solo buddista zecca, la sua vita si basa esclusivamente su spaccio compiuto su larga scala ed attivismo alla Bono Vox.
Ma qualcosa e qualcuno li deve accomunare.
Entra in scena una neanche troppo figa ventenne.
Una mia amica mi spiega che è una tizia presa da un programma meglio noto come Gossip Girl ma non praticando quella Chiesa non so di cosa stia parlando. In ogni caso con tutti i soldi che hanno potevano prendersene una meglio.
“Lo so a cosa state pensando, sono una puttana”.
La tipa ama entrambi i ragazzi, mentre se li fotte tira fuori delle frasi filosofiche come “Entrambi si completano; il freddo metallo di Chon e il caldo legno di Ben”. Non è che se hai studiato ed hai una laurea, questa ti fa sembrare più profonda e meno troia.
In ogni caso, i tre fanno la vita dei sultani, vivono nel lusso sfrenato, fanno del bene, spacciano erba, hanno un gruppo di amici cazzuti (dagli ex commilitoni del violento ex soldato agli hacker del buddista fino a passare ad un improbabile John Travolta nelle parti di un poliziotto che alla fine risulta una delle poche figure simpatiche dopo un tizio su cui discuterò a breve, un Toro). I tre proprio perché sono ggggiovani e belli, forti, potenti e pieni de figa (una e la condividono pure) si inimicizzano il cattivo di turno, da come fa fuori gli avversari sembra uscito da Saw l’enigmista, che poi risulta essere una lei.
Compare Lady Gaga, detta la “Madrina” il ruolo femminile forte, la Boss del Cartello.
Bene, dico io, finalmente un ruolo femminile forte, infatti ho riso tantissimo quando dice: “Sono io che ho le tette qui, comando io”. Una valida alternativa al “io ho le palle/cel’hodurovotateLega)
Ma il mio fomento per la parte data a quella che sembra Lady Gaga Messicana dura poco.
Oltre ad essere Boss è anche madre e quindi quando la bionda viene rapita, gira che ti rigira, fa l’errore di affezionarsi alla gggiovane neanche fosse la figlia.
L’unica cosa veramente positiva della pellicola è quel vecchio porco amorale di Benicio Del Toro.
Spacca di brutto, tortura, droga, addormenta, approfitta, umilia, corrompe, fa le foto da maniaco, è un maniaco, è Benicio Del Toro.
Benicio fiuta, qualcosa non funziona.
Da quando hanno rapito la biondina le cose vanno male, spariscono soldi, ci sono agguati, vengono uccise persone ma la Madrina è troppo annebbiata dall’idea di rivedere la figlia e dallo stesso ostaggio.
Stenderei un velo pietoso sul doppio finale.
Quello alla Romeo e Giulietta unito a Man on Fire e l’altro, il finale vero, ancora più ridicolo del precedente.
Note del Don.
Da notare come il duo sia affiancato da ex commilitoni del nazi omofilo, in realtà non è nazi.
Ha combattuto per i Navy SEAL.
Ora per chi negli ultimi 12 anni fosse vissuto in Svervegia, i Navy SEAL sono delle forze speciali americane ipercazzute, quelli che hanno ripescato Osama Bin per intenderci.
Nel film, verso gli ultimi momenti, sparano proprio di me**a eh. Roba che il camperone medio a Call of Duty li distrugge.
Se siete dei nazicomunisti spero non vi abbiano offeso le mie parole, si scherza.
E poi amo i buddisti.
DonMax

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