Recensione su La chiave di Sara

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12 Gennaio 2012

Di solito i film che trattano argomenti o vicende a sfondo ebraico vengono fatti uscire al cinema in questo periodo, in coincidenza con il giorno della Memoria. E’ un bene per questo film tratto dall’omonimo best-seller internazionale, che altrimenti difficilmente si sarebbe imposto in sala, dal momento che la drammaticità di quanto descritto ed il ritmo non propriamente elevato lo renderebbero più adatto a fugaci apparizioni in sala se non lo relegherebbero direttamente al noleggio.
Lo dico con una punta di dispiacere perchè, invece, si tratta di una bella storia, commovente ed intensa. Forse merito dello sguardo triste e malinconico di una sempre brava Kirtsten Scott-Thomas, sicuramente merito di un racconto ben scritto che getta le radici nel periodo più triste della nostra storia e, partendo da un fatto realmente accaduto e ai più sconosciuto, si ricollega alle vicende personali di una tenace giornalista americana (K. Scott -Thomas appunto).
E’ un film triste ma bello, magari non come “il bambino con il pigiama a righe”, di certo molto diverso da “Adam resurrected”, ma capace di far ricordare con trasparenza e rigore quello che non dobbiamo dimenticare e di farci capire come ancora oggi gli strascichi del passato possano sovvertire la nostra esistenza.

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