Recensione su La samaritana

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La samaritana
Regia:

24 Dicembre 2012

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Allora, sì, e con questo spero di averli visti tutti di Kim-Ki Duk, che ogni tanto ne salta fuori uno e son sempre lì a correrci dietro.
Prendiamo un aplomb tranzollo, molliamo un rutto e stiamoci dentroyè.
Doppiato in italiano veramente col culo, qua ti racconto la storia, che è di quelle che a me non può che *_*
Allora ci stan queste due ragazzine liceali koreane che in fondo son lesbiche di cui una fa la bitch e l’altra prende gli appuntamenti e tiene la contabilità. Perché vogliono andare a fare un viaggio in UE. Ah, il celeberrimo sogno UE. Comunque, ad un certo punto bussa la pula, quindi a naso far le prostitute a 15 anni o non so quanti non è ben visto in Korea, e la bitch si butta dalla finestra e fa splat. L’altra, che bitch non era per niente, decide di diventare bitch (nonostante la prima fosse più figa), e di fare il giro dei clienti della prima dandogli l’ammmmore e poi restituendogli i soldi che avevano pagato per la prima, e ringraziandoli pure.
Cioè, fin qui un sogno.
Senonché (e figurati se non ci stava la truffa) il padre, poliziotto un po’ scemo complessato perché gli è morta la moglie e blabla quindi figurati, la scopre e che fa? Mica la prende e le dice OH! CHINCHINPO’ (oh come minchia si chiama), RIPIGLIATI!!!
No, figurati, troppo semplice. La segue e comincia a minacciare i di lei clienti, gli entra in casa e li schiaffeggia davanti alle mogli → e il koreano è così sensibile, si fa schiaffeggiare per i sensi di colpa e poi pure lui a buttarsi dal decimo piano, vuoi mettere, vivere con quella vergogna? Particolare commoventemente bello del sangue che segue le scanalature delle piastrelle col sole al tramonto, io amo Kim-Ki *_*
Finisce che uno addirittura lo ammazza con un mattone. Si sa che il mattone tira.
Quindi basta, senza essersi detto nulla in merito a tutto ciò prendono a vanno sulla tomba della madre – che non si capisce perché sta in un posto che è pura collina ligure, ma sorvoliamo.
Le insegna a guidare e le dice qualcosa come “d’ora in poi papà non ti seguirà più”.
E si consegna facendosi portare via da altri poliziotti, lasciandola lì, con una Hyundai nel greto di un fiume..
É finito.
Ora. Costui è un genio. Costui mette sempre delle ragazzine koreane troppo fighe, e non sempre ma la metà la delle volte metà parla di puttane. E per fortuna che io me ne ero già innamorato con un film in cui non c’erano.
Incomunicabilità (è impossibile che riescano a comunicare nei film di costui) ma anche, qui, due concezioni contrapposte del sesso, che la prima bitch ingenuamente prima di fare splach vede come un dare felicità (sì, ok, non era un genio) con collegamento al buddismo, e il padre vede come supercolpa, collegato al cattolicesimo. Infatti straparla di madonne e madri terese di calcutta (“l’ha persino riconosciuta santa il vaticano” eh ‘sticazzi, che gran bel sigillo di qualità, DOC proprio). La protagonista, da cui il titolo, passa dall’iniziale disprezzo a vederlo come una sorta di riparazione necessaria a colmare uno dei (suoi tanti) vuoti dell’animo.
Non ho altro dire, le storie di costui spesso incespicano in inverosimiglianze enormi ma chissene. Macchine parcheggiate in mezzo al fiume, persone sepolte con le cuffie lasciando il lettore cd fuori, con il filo che esce dalla terra, di modo da potergli cambiare canzone e cd, cose così.

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