Salò o le 120 giornate di Sodoma

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Salò o le 120 giornate di Sodoma

Durante la Repubblica di Salò, agli sgoccioli del regime fascista, quattro anonimi uomini di potere - il Duca, il Monsignore, L'Eccellenza e il Presidente - ordinano il rapimento di diciotto giovani, nove ragazzi e nove ragazze, e la loro deportazione in una grande villa isolata nel paesino di Marzabotto: da quel momento disporranno in tutto e per tutto della vita dei prigionieri, trattandoli come schiavi e usandoli per dar sfogo ad ogni loro aberrante perversione. Liberamente ispirato al romanzo Le centoventi giornate di Sodoma del marchese D.A.F. De Sade.
laschizzacervelli ha scritto questa trama

Titolo Originale: Salò o le 120 giornate di Sodoma
Attori principali: Paolo Bonacelli, Giorgio Cataldi, Uberto Paolo Quintavalle, Aldo Valletti, Caterina Boratto, Elsa De Giorgi, Hélène Surgère, Sonia Saviange, Sergio Fascetti, Bruno Musso, Antonio Orlando, Claudio Cicchetti, Franco Merli, Umberto Chessari, Lamberto Book, Gaspare Di Jenno, Giuliana Melis, Faridah Malik, Graziella Aniceto, Renata Moar, Dorit Henke, Antiniska Nemour, Benedetta Gaetani, Olga Andreis, Tatiana Mogilansky, Susanna Radaelli, Giuliana Orlandi, Liana Acquaviva, Rinaldo Missaglia, Giuseppe Patruno, Guido Galletti, Efisio Etzi, Claudio Troccoli, Fabrizio Menichini, Maurizio Valaguzza, Ezio Manni, Paola Pieracci, Carla Terlizzi, Anna Maria Dossena, Anna Recchimuzzi, Ines Pellegrini, Alessandro Gennari, Marco Lucantoni, Dante Trazzi, Anna Troccoli, Mostra tutti

Regia: Pier Paolo Pasolini
Sceneggiatura/Autore: Pier Paolo Pasolini, Pupi Avati, Sergio Citti
Colonna sonora: Ennio Morricone
Fotografia: Tonino Delli Colli
Costumi: Danilo Donati
Produttore: Alberto Grimaldi, Antonio Girasante, Alberto De Stefanis
Produzione: Francia, Italia
Genere: Drammatico, Guerra, Erotico
Durata: 117 minuti

Dove vedere in streaming Salò o le 120 giornate di Sodoma

8 Agosto 2022 in Salò o le 120 giornate di Sodoma

Critica sociale durissima e davvero potente. L’ho trovato decisamente meno blasfemo e molto piu’ accettabile di certe commedie recenti dove la sessualita’ viene invece mercificata o volgarizzata, qui c’e’ invece valore artistico e di critica.

L’arancia Meccanica italiana! / 24 Ottobre 2021 in Salò o le 120 giornate di Sodoma

Forse azzardo troppo nel dirlo, ma credo che questo sia il “nostro” cult maledetto, il film italiano che ancora oggi sconvolge, che turba e scandalizza, proprio come fece (e fa ancora) capolavoro di Kubrick, tra l’altro solamente di qualche anno prima.
Rivisto oggi dopo molto tempo, ancora mi infastidisce per la sua realistica crudeltà: la messa in scena di perversione, abuso, violenza e umiliazione, che è così curata che non sembra finzione.
I quattro signori protagonisti, eccellente metafora dello schifo al potere, sono la personificazione di cio che ancora oggi c’è di marcio e i giovani e le giovani schiave sono le nostre esistenze istruite forzatamente all’obbedienza della società.
Suddiviso in gironi proprio come l’opera dantesca, rende ancora più l’idea di cio che affronterà lo spettatore: L’antinferno. Il girone delle manie. Il girone della me**a. Il girone del sangue… come tanti altri piccoli dettagli, come la numerologia nel film (i 4 signori, i 4 poteri che rappresentano, le 4 signore, i 4 gruppi: gli schiavi/e, i militari, i collaboratori, la servitù), le metafore su potere e passioni, l’ambientazione del periodo nazifascista, che pone il romanzo di De Sade nel più azzeccato periodo storico.
Una regia ferma e decisa, ottima, come anche le altre parti tecniche, le recitazioni così veritiere da sembrare davvero vittime di soprusi.
Le atrocità del finale sono davvero estenuanti e dolorose: peccato non essere mai giunti a conoscenza del “vero” finale girato da Pasolini, di cui si suppone che sia stato il motivo dietro al suo agguato fatale.
E anche questi dettagli alimentano ancor più il fascino maledetto di questa pellicola.
8/10.

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117 minuti a Sodoma / 30 Dicembre 2016 in Salò o le 120 giornate di Sodoma

Incerto…mi sento incerto. Premettendo che di Pasolini non avevo visto ancora nulla, mi ritrovo ad essere spiazzato.
Una sorta di Decamerone infernale con propositi di denuncia allegorica.
Deluso perché la denuncia sociale non è particolarmente potente o perlomeno…non quanto mi sarei aspettato, così come anche l’elemento satirico l’ho trovato dozzinale…di lana grossa. Questo film non apre gli occhi a nessuno ma probabilmente non era nemmeno l’obiettivo prefissato.

Probabilmente oggigiorno questo film di Pasolini verrebbe etichettato come semplice torture porn ma comprendo che nel 1975 dovesse essere oltremodo provocatorio.

Sinceramente non l’ho apprezzato così tanto da consigliarlo a chicchessia…un film pornografico che mette in scena numerose devianze e nemmeno in modo troppo sofisticato.

A livello tecnico il film offre solamente delle belle scenografie e qualche inquadratura.

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L’Inguardabile / 9 Luglio 2015 in Salò o le 120 giornate di Sodoma

Omaggio Pasolini, alla 50+1 Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro.

Pesaro mi dà l’occasione di guardare il Classico inguardabile per antonomasia. Salò è raccapricciante come me lo raccontavano e come non volevo mica credere. Raccapricciante vuole esserlo e invita alla sua analisi, fornendo addirittura un’apposita bibliografia scientifica/letteraria sui titoli di testa, così che nessuno possa frainternderlo e scambiarlo per un film horror, né tantomeno pornografico. Analizzarlo vuol dire guardarlo, e riguardarlo, ponendo attenzione su cose che invece repellono lo sguardo. Difficilissimo.
La tesi sarebbe, per quello che ho capito, che la perversione è ciò a cui tende il potere fascista, il governo indiscriminato di un essere umano su un altro essere umano per la sola ragione della forza. E quando la sola ragione è la forza, il solo fine possibile è la soddisfazione carnale. Ogni alternativa civile pur concepita dalla mente umana rimane una pia illusione che la forza non contempla, di cui non ha bisogno per ottenere soddisfazione.
Salò poteva durare molto meno o poteva durare molto di più. È una lista d’esempi. Esempi di opzioni reali, possibili, pensabili e pensate, non eccezioni, non estremismi. È per questa concretezza che la sua tesi è dimostrata. Non poteva scandalizzare di meno, e non poteva scandalizzare di più: questo è esattamente ciò che si radica nei recessi più insondabili delle menti fasciste. Sciolto il partito, sventata Salò, il fascismo sopravvive. Una delle tante minacce da cui Pasolini amava mettere in guardia i suoi connazionali.

Sublimi le doppiatrici delle tre narratrici. Il contrasto sconvolgente fra la poesia della lingua italiana, la maestria nella sua dizione e declamazione, e le possibili perversioni del messaggio sembrano essere l’arma preferita del Pasolini regista.

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La critica più feroce al potere / 27 Marzo 2014 in Salò o le 120 giornate di Sodoma

Pasolini espone nel suo ultimo film una critica feroce, surreale e senza filtri nei confronti del potere, una delle più controverse e discusse della storia del cinema. I quattro signori che fungono da epicentro dell’intera vicenda rappresentano, non a caso, le sue forme più conosciute e diffuse (ecclesiastico, economico, nobiliare e giudiziario). Il susseguirsi di scene mostrate sono veri e propri pugni allo stomaco, frutto di una violenza multiforme (verbale, emotiva e fisica) e perpetuata durante il periodo di “prigionia” delle giovani vittime, giustamente paragonato dal regista all’inferno dantesco. Tutto è freddo, terribilmente distaccato dai canoni del mondo civile e conosciuto, e l’unica speranza possibile è quella della morte, intesa come epilogo delle sofferenze. La libertà, la dignità e la vita vengono così schiacciate in un colpo solo.
L’uomo non è più uomo. Quando è schiavo del potere, è ridotto alla stregua di un oggetto. Ed il suo unico scopo diventa, in tal contesto, quello di dar sollazzo al potente.

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