L’UOMO E IL SIMBOLO / 15 Aprile 2017 in Sacco e Vanzetti

Un biopic dal registro quasi documentaristico, che raggiunge diversi gradi della scala emotiva.

Costruzione potente, narrazione chiara e precisa che non lascia praticamente spazio a fantasie autoriali. Giuliano Montaldo riesce a trasporre alla perfezione il clima infuocato degli anni ’20 americani, tra contestazioni e soprusi, violenza ed ingiustizie politiche-sociali, status quo e rivoluzione.
Il film racconta non solo un fatto di cronaca del passato, ma anche la società del presente e probabilmente quella del futuro…giustizialista e assetata di sangue.

La recitazione è superba. Volontè e Cucciola su tutti ovviamente ma il cast di supporto non è da meno. Una grande prova di recitazione collettiva.
La colonna sonora è tra le migliori mai composte dal maestro Morricone.

Da vedere anche solo per ricordarci di quando gli immigrati eravamo noi e dovevamo sudarci ogni singolo metro raggiunto senza assistenzialismo ma col vento a sfavore. Una storia d’italiani che esportarono dignità in terra straniera.

Nota a margine

L’opera è politicamente schierata a sinistra (sai com’è…parla di due anarchici martiri) ma… nelle varie versioni estere alcune battute sono state modificate. Nel monologo di Vanzetti/Volontè, la frase: “Sto soffrendo perché sono un anarchico”, in inglese diventa: “i’m suffering and now pay because i’am a radicals'”…non esattamente la stessa cosa. L’ultima battuta di Vanzetti prima di finire sulla sedia elettrica è “viva l’anarchia” che diventa “i’m innocent”. In aggiunta, ho letto in giro di sottotitoli francesi molto fantasiosi.
Altra cosa insolita è che un film di tale rilevanza e valore per il nostro cinema, non sia mai stato stampato in dvd o altro formato moderno in Italia. Censura o diritti contesi?

Leggi tutto