L’operaio e la modella / 9 Ottobre 2017 in Sabotatori

Un bellissimo soggetto di Hitchcock “prestato” da Selznick alla Universal, del quale ho appreso con sorpresa la collaborazione in sceneggiatura della grande poetessa Dorothy Parker. Storia serrata e avvincente quasi esclusivamente girata in studio per due attori (di seconda scelta, Hitchcock voleva Cooper e la Stanwick) particolarmente azzeccati. Robert Cummings, nei panni di un mite operaio coinvolto in un intrigo, ha quel volto un po’ tontolone e l’aspetto laccato che toglie l’eroe noir dai canoni della rudezza, Priscilla Lane non si presenta come una bambola bionda pur essendo una modella (geniali le sottolineature degli stati d’animo del protagonista attraverso i cartelloni in cui posa) bensì come una “brava cittadina americana” un po’ pedante che si ammorbidisce per amore; certo è un po’ melodrammatica la scena nel carrozzone dei freaks in cui matura una nuova consapevolezza, ma rimane ugualmente intensa. Una storia che raccontando le attività sovversive antiamericane durante la Seconda Guerra Mondiale ha più di qualche referenza premonitrice con il futuro maccartismo; memorabili le sequenze nella villa della nobildonna cospiratrice, dove la gente balla e applaude godendo della propria beata incoscienza mentre attorno il cerchio si stringe sui protagonisti.
Iconica la sequenza finale nella Statua della Libertà, dove sono protagoniste le ossessioni hitchcockiane per eccellenza, suspense e vertigine, e in cui trionfano con ficcante e amaro fatalismo verità e giustizia.

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