Recensione su L'altra verità

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L'altra verità
Regia:

16 Dicembre 2012

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

L’ultimo film di Ken Loach, a cui un po’ di attenzione si riserva a prescindere per la sua voglia di scoperchiare vasi maleodoranti della nostra bella e linda società. C’è un tipo con la faccia un po’ da ca**o che si chiama Fergus e che sta a Liverpool e che si vede che è tormentato. C’è un funerale. C’è lui che ascolta delle telefonate registrate a cui non ha potuto rispondere. Pian piano si capisce che Fergus aveva un migliore amico, di nome Frankie. Fergus era andato in Iraq come contractor, e aveva convinto Frankie ad andare con lui. Ma. Ma Frankie è morto sulla Route Irish, la strada più pericolosa del mondo, che porta a Bagdad, e nella faccenda della sua morte ci sono un sacco di cose poco chiare. Per cui indaga, insieme alla moglie di Frankie, fino a ritrovare la verità, non quella finta, l’altra.
La passione per denunciare i soprusi del potere, ancora di più come in questo caso, del potere nel potere, cioè i metodi usati dai mercenari in una guerra già sporca come quella irachena, a Kenny non manca mai. E per farlo sceglie di partire da un’amicizia di quelle per la vita, da cui poi lo sguardo si allarga alle porcate che noi occidentali stiamo a fare là credendo di fare del bene. Ciò detto Fergus è un cretino, è una specie di eroe che quando indaga fa sempre la cosa sbagliata, se c’è da proteggere un informatore si distrae proprio nel momento in cui glielo riempiono di botte e così via, è un disastro. Però è incazzoso e va fino in fondo. Anche se dopo che ti hanno ammazzato il Frankie ciao, che ci puoi fare?

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