filmone da rivalutare negli anni / 7 Luglio 2020 in Il giocatore
un gran bel film che viaggia a riflettori spenti ma che con gli anni si rivela una ottima produzione con un cast stellare ed azzeccato. Adoro
un gran bel film che viaggia a riflettori spenti ma che con gli anni si rivela una ottima produzione con un cast stellare ed azzeccato. Adoro
John Dahl utilizza il tavolo da gioco come metafora per il tavolo della vita, sciorinando aforismi e citando leggende del poker (Brunson, Chan..),raccontando una storia di talento che alla fine trionfa in una leggendaria partita “all’ultimo sangue”.
Matt Damon, che dopo “Good Will Hunting” ha cucito addosso il personaggio del ragazzo talentoso/belloccio che rischia ogni volta di mandare a monte tutto, si “destreggia” fra polli e “rounders” newyorkesi, conscio che non si può mai sfuggire al proprio destino.
Ottimo Edward Norton, perfettamente calato nel ruolo del “Verme”, personaggio interessante ma che presenta numerosi tratti incoerenti ( chiude la bocca per non mandare l’amico in prigione ma lo mette nei guai con gli strozzini?!).
Vero cardine del film è il “panno verde”, descritto sì come gioco di abilità ma, ahimè (sigh!), raccontato come il più banale gioco di fortuna (chiunque conosca il mondo del poker sa che nella singola partita la fortuna conti più dell’abilità). Rounders è quindi tutto sommato un buon film di intrattenimento, piccola luce sul mondo del gioco da tavolo più famoso del mondo.
ancora il mio preferito, dopo tanto tempo, dopo averlo veramente imparato a memoria e dopo aver visto altri grandi film.
Sarà che il poker mi piace , sarà che ieri sera mi sentivo un pò il rounder della situazione, sarà che questo è il film sul poker che ritengo esser riuscito meglio tra quelli che ho visto (“21”, “Le regole del gioco”, “Maverick”), oggi mi sento in vena di recensioni da PokerItalia24 😉
Buon cast (Damon, Norton, Turturro, Famke Janssen, il buon vecchio Martin Landau e il mitico John Malkovich), sceneggiatura ben scritta con un susseguirsi di partite che sembrano dei veri e propri round di boxe.
Un pò come è realmente.
Ci si incazza, si esulta, si gioisce e ci dispera.
La regia di John Dahl si adatta bene e già dall’inizio del film si comincia a sentire quel prurito ai palmi di cui ha spesso parlato Terence Hill. A metà film senza rendersene nemmeno conto ci si ritrova a giocherellare con i due euro rimasti in tasca, come se fossero una delle tante (o poche) fiches del tavolo da gioco. Nelle fasi finali è impossibile non avere in mano un mazzo di carte. Garantito.
E’ altrettanto impossibile riuscire a non immedesimarsi con il giovane squattrinato che sfida la sorte sostenendosi con il gioco. L’idea è squisitamente dostoevskijana e francemente solleticante.
Il poker del film è il 7 card stud. Magari c’è chi preferisce il Texas Hold’Em ma francamente sono dettagli.
E’ la mistica combinazione di fattore C, gusto del rischio, strategia e capacità di interpretazione che rendono affascinante questo gioco. In tutte le sue varianti.
Certo che se finisci fuori dal podio dopo esser andato in all-in al flop con un full bel che fatto ed aver perso contro il full più alto del tuo avversario (che tralatro l’ha ricevuto al river!) ti girano ampiamente le…scatole. 😉
film tra i miei preferiti, come non si uccidono così anche i cavallI
pane e cioccolata Leon eccetera.
nel film ci sono due scene memorabili; il tavolo da gioco dei professori e le facce dei turisti al tavolo ad Atlantic City.
Di frasi memorabili ce ne sono diverse, la prima: se dopo mezz’ora di gioco non hai scoperto chi è il pollo, allora il pollo sei tu.
Infine, una colonna sonora come piace a me: tema ossessionante e perfettamente in palla col filmato.
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