Encomium moriae / 1 Maggio 2013 in I re e la regina

“Mi chiamavano inadeguatezza. In effetti ero sempre fuori posto, ovunque e sempre. Ed ero pazzo. Va be’, non del tutto, non sempre. A sprazzi. Ogni tanto il cervello mi andava in pappa, non ragionavo più, ero capace di qualsiasi cosa. Ma il TSO non me lo aspettavo. E neanche quella dottoressa, così bella, così odiosa. Mi ricordava mia moglie. Mia moglie che aveva ammazzato il suo primo marito. Mi faceva paura. Adesso, qui, in questa bella cameretta d’ospedale, quando apro gli occhi vedo solo il buio e, non vedendo niente, credo di vedere quello che immagino. Una bella sensazione. Mi fa star bene. Sì, credo proprio che questo ospedale faccia per me. Personale simpatico (a parte la dottoressa), pazienti belle e nevrotiche, tranquillità. Rilassamento. Cosa chiedere di meglio?”

Bellissimo film che mescola sapientemente dramma e commedia, tragedia e leggerezza in un continuo andirivieni temporale, senza che questo appesantisca la visione. Per niente. I due mondi, apparentemente contrapposti (quello di Nora e quello di Ismael, suo ex marito) hanno in realtà tantissimi punti in comune, sono compenetrati strettamente. Veramente meravigliosa ed inquietante la citazione hitchcockiana, affidata al padre di Nora che legge, in punto di morte, le pagine del suo diario in cui parla della figlia tanto amata e tanto odiata. Da brividi.
qui la “colonna sonora”.

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