Recensione su Rocky

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Rocky è leggenda / 11 Dicembre 2015 in Rocky

HA! La mia beata innocenza. Anni passati a sfottere Sylvester Stallone perché macho e brutto, quindi stupido. E invece era un eroe del cinema americano.
Il personaggio di Rocky è un sentimentale quasi cronico, uno coi sogni repressi nel cassetto, un’idealista della “terra delle opportunità”, che non ha mai perso fiducia né nell’America, né in tutti gli altri omuncoli che l’hanno bistrattato come un sacco di carne. E vai di metafora.
Irascibile e saggio, muscoloso e docile, sfortunato e stoico, triste e comico, perdente e campione. Troppo falso? È la fabbrica dei sogni, bellezza.
La pista di pattinaggio, la macelleria, l’allenatore, il cognato, la scalinata, l’urlo finale e Bill Conti: basta la prima visione e ognuno di questi momenti è subito leggenda. Non faticherei a credere che negli anni 70 questo film, a qualcuno (oltre che a Stallone stesso), possa aver cambiato la vita.

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