“Chissà se hanno le mutande di cotone nel futuro” / 19 Luglio 2020 in Ritorno Al Futuro
Viaggiare nel tempo rappresenta da sempre un mio sogno utopistico, poter tornare indietro nel tempo per avere modo di rivedere e riabbracciare persone a me care che non ci sono più, rivivere momenti e situazioni che mi hanno reso felice, avere la possibilità di poter rimediare a errori del passato che si sono poi ripercossi sulla mia esistenza attuale, compiere scelte diverse da quelle da me fatte.
È molto probabilmente l’effetto nostalgia quello che provo, lo stesso che percepisco ogni volta che guardo questa pellicola divenuta ormai un classico della cinematografia mondiale.
Zemeckis pizzica con ironia le corde della nostalgia ma lo fa senza cadere nello stucchevole, mettendo a nudo i difetti di un’epoca e confrontando due generazioni, quella passata e quella futura, completamente opposte tra loro.
Un film dal ritmo coinvolgente e impreziosito da un ottimo cast su cui spicca il grandioso Christopher Lloyd nei panni dell’eccentrico ma geniale scienziato.
La scena dell’esecuzione in chiave futura di Johnny Be Good di Chuch Barry è entrata nella storia del cinema.