Non lasciarmi / 19 Aprile 2012 in Riprendimi

Eros e Giorgio sono due giovani e intraprendenti filmmaker – cameraman il primo, fonico il secondo – che hanno intenzione di realizzare un documentario sul mondo del lavoro precario: pur di riuscire nel loro intento, sono disposti a tutto, se necessario anche ad indebitarsi fino al collo, tanto da ridursi a dormire in macchina. Come soggetto del loro documentario scelgono una giovane coppia, Lucia e Giovanni, i quali lavorano entrambi nel mondo dello spettacolo: lei si occupa di montaggio, lui fa l’attore. Per Eros e Giorgio sarebbe tutto perfetto, se non fosse che all’improvviso Giovanni scopre di non amare più Lucia. Nemmeno la nascita di un figlio, Paolo, riesce a far cambiare idea al ragazzo, che prende e se ne va di casa lasciando Lucia sola con il bambino. Dopo la separazione, lui conosce un’altra ragazza, Michela, con la quale comincia una relazione; lei, invece, cade immediatamente nella disperazione più totale. Eros e Giorgio, intanto, oltre ad avere pure loro problemi con le rispettive ragazze, più che un documentario sul lavoro precario, si ritrovano, inevitabilmente, a girare un film su una crisi di coppia. Con tutto quello che ne consegue, ovviamente.
L’ambizione non manca di certo alla regista di questo film, Anna Negri, che aveva esordito nel cinema nove anni prima con “In principio erano le mutande”, dopo aver lavorato come assistente alla regia per un gigante della Settima Arte del calibro di Nagisha Oshima. Ambizione, quella della regista veneziana, unita ad una bella dose di coraggio, perché i modelli cui ella si ispira sono importanti: su tutti, naturalmente, John Cassavetes, il maestro del cinema indipendente americano, autore di capolavori come “Ombre” e “La sera della prima”, che faceva dell’improvvisazione totale e dell’anarchia creativa i punti di forza del proprio cinema. Il suo nome salta spesso alla mente guardando questo film. C’è da dire, però, che in “Riprendimi” non tutto fila liscio: a volte, infatti, la storia scivola nel banale (troppi i tira e molla sentimentali tra i due protagonisti); tuttavia, bisogna ammettere che la pellicola possiede pure dei pregi: non di rado, ad esempio, si respira una vitalità contagiosa, e questa è una cosa che difficilmente capita col cinema italiano di oggi. Le sequenze migliori sono quelle che vedono Lucia insieme alle sue amiche, perché in quei momenti tra di loro traspare una complicità tale da far sembrare quelle scene quasi vere. E non è certo una cosa da poco. “Riprendimi”, in definitiva, è un film imperfetto, ma comunque stimolante. Buona la prova degli attori.

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