Recensione su Revenge

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Non molto originale / 21 Gennaio 2019 in Revenge

Non c’è quasi una scena di Revenge che non appaia già vista (gli incubi a catena, la fuggiasca nascosta sott’acqua, l’emersione improvvisa del cadavere, il duello con l’auto, etc.) o banale (l’inseguimento finale in casa). Si supplisce alla mancanza di fantasia con il grand guignol (troppi gli esempi da citare) o con la pura improbabilità (la liberazione dall’albero, la cauterizzazione, etc.). Discutibile anche la scelta della protagonista: un’attrice leggermente più carismatica avrebbe giovato. Il film prende comunque lo spettatore, sì, ma solo al livello più viscerale, del parteggiare per la vittima contro i carnefici.
Va riconosciuto tuttavia alla regista il coraggio di rappresentare quella che in altri tempi sarebbe stata chiamata una “provocazione” da parte della giovane donna; ma forse sarebbe stato meglio rendere più esplicita la lezione da trarne (non c’è “provocazione” che tenga).

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