Recensione su L'amore che resta

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per la serie “prendi una tematica abusata dal cinema e fanne un buon film” / 12 Luglio 2013 in L'amore che resta

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Come si evince dal titolo di questa recensione…prendi una tematica abusata dal cinema sentimentale- lei/lui malato terminale, preferibilmente adolescente/post adolescente, grazioso/a, intelligente, che se solo non fosse per l’inesorabile destino avrebbe tutte le carte in regola per un radioso e brillante futuro, a pochi mesi dal tristemente noto epilogo si innamora perdutamente, magari per la prima volta nella vita (un pò data la tenera età, altre volte perchè così i lacrimoni vengon giù più abbondanti, si sà il primo amore non si scorda mai!). Non starò a fare qui l’elenco di tutti i drammoni strappalacrime che rispondono ai requisiti del genere (anche perchè sarebbe lunghetto, aimè!), vi dico solamente che in Restless ci sono tutti, nessuno escluso. Eppure (e il giudizio estremamente positivo si deve principalmente a questo) è tutto fuorchè banale e melenso, pur avendo un soggetto tra le mani così “pericoloso”. Grande prova di stile del maestro (in questo caso l’appellattivo calza) Gus van Sant, che ha saputo raccontare in modo delicato, con spunti di inattesa ironia (vedi la scena della “finta morte”) una storia di per sè struggente.
Una lieve ma intensa riflessione sulla morte che trae spunto dalla ancor più lieve ma intensa storia d’amore dei due protagonisti, in fin di vita lei, con una pregressa esperienza ai confini della morte lui.
Colpo di fulmine per l’interpretazione di Mia Wasikowska, nuova stella emergente del cinema indie…prima che il grande pubblico la scoprisse in Alice in Wonderland già si poteva ammirare la sua predisposizione a portare sullo schermo le inquietudini adolescenziali nel serial “The treatment”. Da tenere sott’occhio.
Il suo partner maschile se la cava ma non è decisamente al suo livello. Non ci punterei per il futuro.
Deliziosa la scena finale, solo quella vale il prezzo del biglietto (o come nel mio caso la fatica di trovare un link in condizioni accettabili!)
Piccolo appunto: La locandina strizza un pò troppo l’occhio a quella di un altro film “The Eternal Sunshine of the Spotless Mind”…però chissene il film mi è piaciuto,e pure tanto!

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