Recensione su Storie pazzesche

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Storie pazzesche: fulgida ironia nera e cinica / 12 Gennaio 2015 in Storie pazzesche

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Dopo aver visto questo film, ci penserete due volte in più del normale, prima di discutere con qualcuno al semaforo, per esempio.
La deriva grottesca dei racconti, esasperata nell’ultimo, delirante episodio, è la riuscita marcia in più di questo film antologico caratterizzato da storie (quasi) ai confini della realtà, in cui lo humour nero è principe indiscusso.
Non so se questo basterà per far approdare il film dell’argentino Szifròn alla Notte degli Oscar, invero abbastanza refrattaria alle commedie, ma di certo si tratta di un film originale, ben girato, con buoni attori ed una buona fotografia, dissacrante e differente dal resto delle offerte cinematografiche attualmente in sala.

Chi non ama questo tipo di ironia (vedi, la signora nella poltrona alle mie spalle che continuava a ripetere: “Non capisco cosa abbia la gente da ridere”), si tenga alla larga da questo film, particolarmente scorretto, se non brutto, sporco e cattivo, sicuramente zeppo di fulgide verità.

Significativo, in questo senso, l’episodio dell’incidente in auto (La proposta): il padre che, esasperato dalle contrattazioni monetarie con avvocato, capro espiatorio e poliziotto per evitare la galera al figlio, mortale investitore di una donna incinta, grida al proprio rampollo qualcosa del tipo: “Io ti ho educato come una persona perbene, se vuoi prenderti le tue responsabilità, prenditele, adesso sono ca**i tuoi!” non è solo liberatorio, ma paradossalmente (e cinicamente) sensato.

Un episodio quasi meglio dell’altro. Da vedere e restare spiazzati.

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