Recensione su [Rec]

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Un horror inquietante e claustrofobico / 10 Giugno 2011 in [Rec]

Sebbene non sia un capolavoro, “Rec” è un horror che funziona molto bene, soprattutto perché in alcune scene riesce a far davvero paura. Eh già, la paura: era da un bel po’ di tempo che non mi capitava di provare questa sensazione guardando un film; probabilmente la colpa è degli horror che girano al giorno d’oggi, (quasi) tutti diretti da registi – o presunti tali – che credono di riuscire a spaventare lo spettatore limitandosi a mostrare squartamenti vari; solo che così facendo invece di terrorizzarci finiscono coll’annoiarci. A tal proposito, per rendersi conto della deriva a cui il genere sta andando incontro in questi ultimi anni, si veda la saga di “Saw”. Insomma, diciamolo: la maggior parte degli horror di oggi non è più in grado di far paura. “Rec”, invece, ci riesce. Per fortuna, verrebbe da dire. Questo film riesce a terrorizzare lo spettatore grazie ad un’atmosfera molto inquietante; il punto di forza della pellicola infatti è sicuramente la messa in scena claustrofobica, talmente asfissiante che a volte noi spettatori abbiamo come l’impressione che il respiro ci manchi per davvero, e non è certo una cosa da poco, anzi. L’idea di ambientare la storia tutta all’interno di un palazzo (dove ne succedono di tutti i colori) si rivela quindi molto efficace. Il merito principale dei due registi spagnoli – Paco Plaza e Jaume Balaguerò – è quello di tenere sempre alta la tensione (a parte un noioso incipit). La suspense non conosce pause, l’azione – ripresa in tempo reale – è martellante, e alla fine si rivela azzeccata pure l’idea di filmare l’intera vicenda attraverso la soggettiva di una videocamera (una trovata, questa, di cui ultimamente stanno abusando un po’ troppi registi) di una giornalista televisiva che vuole documentare il lavoro quotidiano di una squadra di vigili del fuoco. Da notare, cosa insolita in una pellicola horror, che manca completamente la colonna sonora: il film infatti non si avvale di alcun tipo di musica. Detto dei pregi, bisogna anche riferire dell’unica nota stonata del film, ovvero lo “spiegone” finale, del tutto superfluo: ma era proprio necessario cercare di dare una spiegazione al mistero che avvolge la vicenda? No, non lo era. Comunque, nonostante ciò, dato che tutto il resto è molto convincente, come ho già detto all’inizio il film può dirsi riuscito.

2 commenti

  1. Stefania / 29 Aprile 2014

    Tra l’altro, lo “spiegone” confonde le idee (perlomeno, io sono un po’ confusa, a riguardo).
    Personalmente, avrei dato tutta la colpa al cane, va a sapere, porello, cosa può aver leccato o mangiato per le strade di Barcellona: immaginavo che, per esempio, tra le frotte di turisti in città, non so, potesse esserci una persona infettata in chissà quale maniera che ha accarezzato il cane, ecc. ecc. Qualcosa tipo Contagion, ecco.

  2. schizoidman / 30 Aprile 2014

    @Stefania: a dire la verità, dato che l’ho visto qualche anno fa, il finale di questo film l’ho completamente dimenticato! Sinceramente non ricordo cosa succede. Ricordo però che il film mi era piaciuto e che mi aveva trasmesso una bella dose di inquietudine.

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