6 Recensioni su

[Rec]

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Carino, 6 / 13 Marzo 2016 in [Rec]

Un horror senza tante pretese, carino e a tratti anche ben fatto. Storia solita di contagio in cui tutti, a mano a mano si trasformano in zombie cannibali.
Molto meglio il suo remake americano “Quarantena”, ma un 6 glie lo devo,

30 Luglio 2014 in [Rec]

Sarò l la voce fuori dal coro ma, citando la Mondaini, “Che barba, che noia, che noia che barba! …”
E sì che sono un’amante del genere zombie infetti, ma questo trovo sia il peggiore di tutti. Non mi ha entusiasmato niente e tutto era prevedibile fin dalla prima scena.

Riprendi tutto, mi raccomando. / 29 Aprile 2014 in [Rec]

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Mockumentary ben fatto, tensione decisamente ben gestita, claustrofobia alle stelle: è il terzo film di Balaguerò che mi capita di vedere e, come nelle altre occasioni, ho apprezzato molto sia l’uso degli spazi circoscritti che il senso costante di nodo alla gola che ogni buona pellicola di genere dovrebbe avere a prescindere.

Che la cosa fosse voluta o meno dall’autore, ho inteso ravvisare nella famelica smania di riprendere ogni cosa sia la brama di spettacolarizzazione dei media che una metafora della fame delle creature letali. Cane mangia cane, insomma.

Alcune note personali.
1. La vecchia da cui tutto sembra avere origine è davvero spaventosa: al di là del sangue che la ricopre, mi ha impressionata perché mi ha fatto pensare, prepotentemente, a casi “reali”di persone abbandonate all’interno del proprio appartamento.
2. Mi è oscura la trasmissione del contagio: come ha fatto la bambina imprigionata nell’attico (tra l’altro: è cresciuta?!? E’ una specie di zombie, indemoniato tra l’altro, pare… boh, non è chiaro, ma come ha potuto crescere?) a contagiare il cane che ha contagiato la bambina che ha contagiato la colombiana che alla fiera dell’est mio padre comprò? Ehm, cough… Scusate…
3. Il doppiaggio italiano è tremendo. Non tanto per la qualità, diciamo sufficiente, quanto perché (con rispetto parlando, s’intende) è stato affidato alla schiera di doppiatori dei cartoni solitamente mandati in onda sui canali Mediaset. Così, l’insopportabile Angela ha la voce di Bunny/Sailor Moon (mai sentita, prima d’ora, Bunny imprecare e dire parolacce, che shock), Pablo quella piaciona dell’improbabile Zorro biondo mandato in onda vent’anni fa da Canale 5… e così via. Insomma, ho faticato a dare loro credibilità, anche in alcune delle scene più drammatiche.

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13 Marzo 2014 in [Rec]

Santo cielo che ansia la scena finale..!
Un bel film dal ritmo serrato. Ottimi gli attori che recitano con talmente tanta naturalezza da farlo sembrare realmente un wannabe documentario.
Senza dubbio il capitolo migliore della trilogia.

4 Ottobre 2013 in [Rec]

Un film di paura spagnolo con buone tecniche di base, che mira al miglior risultato con il minor dispendio di energie e di denaro. Il risultato è apprezzabile su vari punti di vista. La ripresa stile amatoriale, ovviamente debita a più celebri film, accentua una frenesia già di per se marcata, contenuta in un set veramente claustrofobico. Sull’altro fronte una recitazione tipicamente spagnola può stonare ai non avvezzi, e un doppiaggio degno di “Paso adelante” impedisce un contatto immediato nelle prime fasi della visione.

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Un horror inquietante e claustrofobico / 10 Giugno 2011 in [Rec]

Sebbene non sia un capolavoro, “Rec” è un horror che funziona molto bene, soprattutto perché in alcune scene riesce a far davvero paura. Eh già, la paura: era da un bel po’ di tempo che non mi capitava di provare questa sensazione guardando un film; probabilmente la colpa è degli horror che girano al giorno d’oggi, (quasi) tutti diretti da registi – o presunti tali – che credono di riuscire a spaventare lo spettatore limitandosi a mostrare squartamenti vari; solo che così facendo invece di terrorizzarci finiscono coll’annoiarci. A tal proposito, per rendersi conto della deriva a cui il genere sta andando incontro in questi ultimi anni, si veda la saga di “Saw”. Insomma, diciamolo: la maggior parte degli horror di oggi non è più in grado di far paura. “Rec”, invece, ci riesce. Per fortuna, verrebbe da dire. Questo film riesce a terrorizzare lo spettatore grazie ad un’atmosfera molto inquietante; il punto di forza della pellicola infatti è sicuramente la messa in scena claustrofobica, talmente asfissiante che a volte noi spettatori abbiamo come l’impressione che il respiro ci manchi per davvero, e non è certo una cosa da poco, anzi. L’idea di ambientare la storia tutta all’interno di un palazzo (dove ne succedono di tutti i colori) si rivela quindi molto efficace. Il merito principale dei due registi spagnoli – Paco Plaza e Jaume Balaguerò – è quello di tenere sempre alta la tensione (a parte un noioso incipit). La suspense non conosce pause, l’azione – ripresa in tempo reale – è martellante, e alla fine si rivela azzeccata pure l’idea di filmare l’intera vicenda attraverso la soggettiva di una videocamera (una trovata, questa, di cui ultimamente stanno abusando un po’ troppi registi) di una giornalista televisiva che vuole documentare il lavoro quotidiano di una squadra di vigili del fuoco. Da notare, cosa insolita in una pellicola horror, che manca completamente la colonna sonora: il film infatti non si avvale di alcun tipo di musica. Detto dei pregi, bisogna anche riferire dell’unica nota stonata del film, ovvero lo “spiegone” finale, del tutto superfluo: ma era proprio necessario cercare di dare una spiegazione al mistero che avvolge la vicenda? No, non lo era. Comunque, nonostante ciò, dato che tutto il resto è molto convincente, come ho già detto all’inizio il film può dirsi riuscito.

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