Recensione su Rain man - L'uomo della pioggia

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6.5 / 10 Ottobre 2015 in Rain man - L'uomo della pioggia

Non avevo mai visto Rain Man, ma più o meno sapevo di cosa trattava. Poi è anni Ottanta, quindi non è che m’aspettassi un film anticonvenzionale… Il finale però, quello è un po’ diverso dalla scontatezza cui ci accompagna per mano dall’inizio.
Un cocky Tom Cruise scopre d’avere un fratello autistico rinchiuso in un istituto da vent’anni e ora, solo per spartersi l’eredità del defunto padre, decide di volergli essere fratello.
Il fratello autistico viene interpretato (dicono magistralmente) da Dustin Hoffman che però gli cuciono addosso il personaggio dell’autistico “genio”: ricorda tutto a memoria e segue una sua routine quotidiana e le poche pecche che lo fanno tener chiuso in un istituto sono anche simpatiche, a voler ben vedere.
Una roba assai cinematografica e per certi versi ben diversa dalla realtà.
Nemmeno a dirlo diventa un film dove il bastardello fratello minore, prendendosi cura del maggiore, diviene a mano a mano sempre più dolce e gentile fino ad ultimare la sua trasformazione nel buono di turno, col fratello che lo accetta e vissero insieme felici e contenti.
S’è scelta la strada del road movie per far crescere il loro legame, in un viaggio che dura tre giorni, e così c’è tutto il tempo per simpatici siparietti, per lo sfruttamento delle capacità mnemoniche del fratello che però vengon prese come una cosa simpatica, e per guardare la tv in ogni anfratto che lo consentisse che si sa, alle ore tot di ogni giorno c’è il suo programma preferito e DEVE vederlo.

Consigliato a: Beh, è un film che vuoi per un motivo, vuoi per un altro, ha fatto storia. Non so né il primo motivo né l’altro in realtà, però ha generato una catena infinita di citazionismo che a distanza di quasi trent’anni ancora non s’esaurisce nel mondo di Hollywood.

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