5 Recensioni su

Toro scatenato

/ 19808.1350 voti

Cult!!!! 9,5 / 1 Agosto 2016 in Toro scatenato

Una pellicola che dimostra la grande capacità di De Niro (in calo negli ultimi tempi…) e la maestria di Scorsese dietro la macchina da presa.
Un eccellente ripresa in bianco e nero da un tocco magico al film e alla storia in sè, ci porta negli anni 40-50 di un Bronx da ghetto, dove la mala comincia a muovere i suoi passi tra scagnozzi e belle donne, dove se non ti leghi a qualcuno difficilmente arriverai oltre.
La storia di Jake La Motta è quella che è, emozionante, violenta, sofferente, ma De Niro gli da quella grinta che sul ring sprigiona appunto come un Toro. Sorretto da un fisico eccellente (invidiabile, data la sua stazza!) riesce ad ingrassare 30 kg per le scene finali, quando ormai disilluso ma speranzoso intrattiene tristemente ospiti di un locale.
Da notare anche Joe Pesci, che collaborerà spesso con De Niro e Scorsese con altre pellicole, anche esse grandiose.
Sfiora il capolavoro… 9,5!
Grande Bob.

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Tecnica e capacità per un film che dura troppo / 13 Marzo 2016 in Toro scatenato

Scorsese ha insegnato molto e lo si ama per questo, cosi’ come il contributo dell’altro protagonista della pellicola De niro.
Il film puo’ vantare delle idee impeccabili, scelte a mo’ di artista, la recitazione ottima che pero’ nel raccontare la vita del toro del Bronx risulta superflua, quqasi eccessiva per una storia che annoia.
Una storia vera che quindi dovrebbe darci un impatto piu’ verosimile e con un’empatia piu’ generosa, invece ci porta a guardare l’orologio piu’ volte perchè del toro alla fine non ci importa nulla ed anzi, non ci piace proprio, perchè si il protagonista non è un santone di certo cosi’ come non lo era Jake La Motta.
Con riluttanza son riuscito a terminare la pellicola perchè benchè all’inizio sembri avere un incipit intrigante, il tutto si scioglie senza lasciare tracce di interesse o intrigo, tipiche invece delle narrazioni alla Scorsese.

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Il toro del Bronx / 31 Agosto 2013 in Toro scatenato

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Premetto che sono un grande fan della coppia De Niro-Scorsese e questo è, insieme a Taxi Driver, il mio film preferito. Il film racconta la vita di Jack La Motta, interpretato da un De Niro mostruoso, cattivissimo e brutale come una belva sul ring e con le sue donne ma anche fragile e sofferente nei momenti difficili. Straordinario anche il lavoro sul fisico, infatti è riuscito ad ottenere una corporatura muscolosa per interpretare il pugile, ma è anche diventato obeso per interpretare il La Motta che abbandona i guantoni e cade nel baratro della prigione, la separazione dalla famiglia e l’attività da cabarettista in un locale. Divina la colonna sonora, l’intermmezzo della cavalleria rusticana nei titoli di testa (probabilmente i migliori che abbia mai visto) è da brividi, come anche altre scene, una in particolare: il piano sequenza che ci porta dagli spogliatoi al ring , prima dell’incontro valevole per il titolo di campione del mondo, passando tra la folla è qualcosa di sublime. Stupenda anche la fotografia con un bianco e nero, con quei fumi che creano un effetto di leggerezza durante gli incontri e un’atmosfera unica. Assolutamente da menzionare i due monologhi di De Niro allo specchio che aprono e chiudono il film. Capolavoro.

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25 Luglio 2013 in Toro scatenato

Questo è spettacolo! / 12 Giugno 2013 in Toro scatenato

Un film voluto, cercato, un film che doveva in ogni modo essere realizzato, così potente, controverso e per nulla hollywoodiano, nel vero senso del termine. In questa opera il sodalizio Martin Scorsese/Robert De Niro, coadiuvati dall’ottimo lavoro di sceneggiatura di Paul Schrader raggiunge un livello espressivo superiore, mettendo in scena la tragica e disastrosa esistenza del pugile italo americano Jake La Motta, il “Toro del Bronx”, personaggio disturbante, squallido, paranoico, ossessivo e possessivo, vittima di se stesso e delle proprie turbe, più che dell’ ambiente che lo circonda. “Toro Scatenato” tratta per l’appunto la storia di un disastro esistenziale, di un uomo con un grande talento, che quasi rifiuta di avere, votato all’autodistruzione, al non rispetto per se stesso e per gli altri, un selvaggio, dentro e fuori dal ring, prigioniero di una natura estremamente violenta, si, la violenza, l’unico linguaggio con il quale il nostro mostra di sapersi esprimere, in un mondo che non capisce e nel quale non si sente a proprio agio. Jake La Motta è probabilmente il classico individuo ritrovatosi suo malgrado a vivere in un’era sbagliata, un’epoca fin troppo civilizzata per il proprio temperamento primitivo, egli infatti è paragonabile ad un gladiatore, un uomo da arena romana, il classico guerriero che non va per il sottile. Il suo mondo è tutto lì, nel ring (la sua moderna arena), luogo dove può sfogare un’ incredibile rabbia e tutto il rancore che cova nell’animo. Scorsese è però abile nel mostrare che la vita non è solo quello, un ring, ed altrettanto grandioso quando ci narra, attraverso un rigoroso bianco e nero, nel quale a dire il vero c’è più grigio, il punto dove Jake “il gladiatore” cola a picco, quando vittima delle proprie paranoie e dall’ossessione per il peso, inizia a distruggere, pur non accorgendosene, ciò che di più bello ha, la famiglia. Dalla giovane e bella moglie Vickie, vittima della furente gelosia del marito, al fratello manager Joey a sua volta vittima dell’esuberanza sfacciata di Jake. Insomma una moderna discesa negli inferi, annunciata sin dagli straordinari titoli di testa, poetici e significativi nel mostrarci la solitudine di La Motta, mentre sulle note della Cavalleria Rusticana di Mascagni, percorre il ring su e giù, saltellando e sferrando pugni nel vuoto, come circondato da una fitta nebbia, una foschia che vuole isolarlo dal mondo esterno. Bob De Niro non interpreta, è Jake La Motta, un ruolo fortemente voluto, che lo ha messo alla prova anche fisicamente, famosi ormai i suoi 30 Kg presi per mostrare il declino di Jake, ormai in disfacimento fisico. E se De Niro è al proprio meglio, , Martin Scorsese è gigantesco ed esemplare nel dirigere e raccontare l’ascesa e la caduta di questo animale in gabbia.

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