5 Recensioni su

Radiofreccia

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Rewatch d’obbligo! / 9 Settembre 2021 in Radiofreccia

Sarà stato il fatto che l’avevo apprezzato tantissimo all’epoca, che ero da qualche anno fan di Liga.
Sarà che le storie di vita mi sono sempre piaciute, drammatiche e comiche allo stesso tempo. O sarà l’eccellente colonna sonora, composta e diretta da Ligabue e arricchita da pilastri della stoeia del rock.
E quella malinconia, che ancora oggi nel rivederlo avevo gli occhi lucidi a sentire certe battute, e certe musiche…
Ditemi quello che vi pare ma questo film lo adoro e un rewatch è stato d’obbligo!
La prima regia di Liga, finora la migliore.
8/10.

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Film strano / 2 Luglio 2020 in Radiofreccia

Non sarà mai uno dei miei film preferiti, ma è stato carino vederlo. Momenti di risate e momenti di argomenti molto seri come l’eroina.

Zzzzzzzzzz……… / 10 Agosto 2014 in Radiofreccia

Non metto in dubbio che Luciano Ligabue sappia il fatto suo con la macchina da presa, nè il talento della maggior parte degli attori (uno su tutti, Stefano Accorsi) e neanche la colonna sonora abbastanza piacevole. Il punto critico è un altro: l’ho trovato abbastanza lento e ammetto che la mia attenzione sia calata ad un punto tale che controllavo quanti minuti mancassero alla fine. Come se non bastasse, ho notato qualche buco nella sceneggiatura. Chiedo venia.

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Qui parla Radio Raptus / 29 Ottobre 2012 in Radiofreccia

Radiofreccia è il primo film scritto e diretto da Luciano Ligabue.
E’ il ’93 e mancano solo due ore prima della chiusura definitiva di Radiofreccia, dopo quasi diciotto anni di servizio come radio libera, uno spazio dedicato a chiunque avesse qualcosa da dire. E Bruno, padre della radio qualcosa da dire ce l’aveva.
Il suo racconto tornò indietro di 18 anni, nel lontano ’75, in un tempo in cui tutto era diverso. A quel tempo c’era un paese pieno di gente stramba, tra maniaci del cinema, fissati con il rockabilly, gente che diceva di avere contatti con l’al di là.. e nel ’75 c’era anche Ivan Benassi, detto Freccia, a cui la radio deve il nome. Infatti Radio Raptus cambiò nome in Radiofreccia, quando il corpo esanime di Ivan fu ritrovato abbandonato in un fosso. Era morto di overdose.
L’intero film si basa sul racconto (quindi è tutto un flashback) di Bruno, che sviscera più o meno superficialmente la storia di ogni membro della combriccola di 20enni sfigati e provinciali (l’ambientazione è Correggio – Reggio Emilia), a cui apparteneva in gioventù.
C’era Tito, che aveva quasi ammazzato il padre a bastonate, c’erano gli stronzi perbenisti come Boris, quelli troppo buoni come Iena, e poi c’era chi si lasciava andare ai “perchè no?”, con una famiglia disastrata alle spalle, come Freccia. E questa è soprattutto la storia di Freccia e del suo primo buco.. fino all’ultimo.
Spiccano soprattutto due volti famosi, un Stefano Accorsi (nel ruolo di Freccia), sempre bravo e molto naturale, dato il dialetto compatibile con il suo (Accorsi è di Bologna), anche se forse era un pò troppo cresciutello per rivestire i panni di un 20enne (infatti nel ’98 ne aveva 27) e Francesco Guccini a cui è affidata una parte marginale. Terribile invece Patrizia Piccinini, che sembra quasi un robot telecomandato.
In ogni caso è un film(etto) emozionante, genuino e un pò nostalgico, che sa come affrontare senza superbia le tematiche che mostra, esaltando il valore dell’amicizia e mostrando come le vie più semplici per riempirsi i vuoti interiori, spesso non siano proprio le vie più giuste.

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7 Febbraio 2012 in Radiofreccia

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Nella Correggio anni ’70 Bruno, un ragazzo appassionato di musica, fonda una delle cosiddette “radio libere”, chiamandola Radio Raptus, con l’appoggio degli amici Freccia, Boris, Iena e Tito. In particolare Freccia, il suo migliore amico, orfano di padre e costretto a sopportare la madre e il patrigno, è il migliore amico di Bruno, che racconta la storia di un ragazzo fragile e amante della musica che cadrà vittima della droga e di una storia d’amore finita male.
La radio fondata da Bruno prenderà il nome proprio da lui, e significativamente chiuderà i battenti proprio nel giorno del suo diciottesimo compleanno.

Ispirato a personaggi e fatti del libro di racconti FUORI E DENTRO IL BORGO( 1997) dello stesso Luciano Ligabue, è l’esordio alla regista del Liga, che lasciatemelo dire( sono un po’ di parte essendo una sua fan…perdonatemi!)è un vero artista!Ottimo libro e ottimo film, uno dei più bei film del cinema italiano di oggi.Sentimentale senza essere stucchevole, narra uno spaccato di vita della Correggio anni’70 nel periodo della nascita delle prime “radio libere”, attraverso una piccola storia di vita e di amicizia nel microcosmo del piccolo paese emiliano.
Il Liga rivela di essere un ottimo regista nel raccontare i suoi personaggi posando su di loro uno sguardo discreto, sincero e che non indulge nell’autocompassione nonostante alcune vicende siano abbastanza pesanti( soprattutto nella figura di Tito, il ragazzo che uccide il padre perché abusava della sorella), supportato ovviamente da un ottimo cast: Stefano Accorsi nel ruolo che lo ha consacrato come uno dei migliori attori italiani di oggi( all’epoca era noto, oltre che per la pubblicità del Maxibon, anche per l’esordio nel film JACK FRUSCIANTE E’ USCITO DAL GRUPPO) nel ruolo del protagonista Freccia, un ruolo che sembra sia stato scritto apposta per lui, che recita oltre che con le parole anche con una notevole espressività del viso( sottolineata da molti primi piani).Nei suoi occhi si intravede tutta la storia di questo ragazzo fragile e tormentato che finirà male, ma che ha lottato per molto tempo per non arrendersi a “quel buco grosso che c’ho dentro”, come lo chiama lui nella scena più bella del film.Accanto a lui gli amici, Bruno maturo e riflessivo, Tito non meno tormentato, Boris fighetto ed egoista fino al limite dell’umano sopportabile.
E nel ruolo del barista amico che accompagna le vite dei ragazzi tra una battuta e un cazziatone un grande Francesco Guccini.
E , come dubitarne?, una grandiosa colonna sonora con pezzi anni ’70 tra i più belli, e con la canzone tema del film, HO PERSO LE PAROLE, di Ligabue: come il film ,una delle canzoni italiane più belle.
Il film ha avuto un grande successo non solo di pubblico, ma anche di critica, vincendo tre David di Donatello( a Ligabue come migliore regista, a Stefano Accorsi come migliore attore e per migliore fonico in presa diretta), due Nastri d’argento( a Ligabue come migliore regista e per la canzone HO PERSO LE PAROLE) e tre Ciak d’oro.
Radiofreccia è un film che fin dalla sua uscita nelle sale ha conquistato un posto speciale nel mio “cuore cinematografico”…è uno dei pochi film che porterei nella cosiddetta “isola deserta”.E’ uno dei film che sicuramente mi accompagnerà tutta la vita.

GRANDE LIGA!!!!!

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