6 Recensioni su

Rachel sta per sposarsi

/ 20086.4122 voti

Finto amatoriale, vero autore / 17 Marzo 2018 in Rachel sta per sposarsi

Si vede che Demme è anche un documentarista; il taglio che dà a questo film è di un finto realismo, aiutandosi con accorgimenti da filmino amatoriale come lo zoom e un sonoro che dà la sensazione della presa diretta. Ma questo non è l’ennesimo filmino in steadycam, la pasta dell’autore si sente eccome; alcune inquadrature sono da applausi (ad esempio quella di Kim pensierosa da sotto il pelo dell’acqua), ma soprattutto al di là della tecnica in sè è la narrazione con le sue invenzioni a colpire. Un esempio su tutti è la lunga sequenza della gara tra suocero e genero su chi carica meglio la lavastoviglie; sembra interminabile, sembra ridondante, sembra inutile. Poi basta un solo frame, quel frame, e dentro ti si ritorcono le budella; potenza drammatica curata con intelligenza raffinata, tale che il climax di una scena ti fa ripercorrere indietro tutto quel girato che ti sembrava inutile, e ne comprendi il senso. Sublime Anne Hathaway in un ruolo veramente difficilissimo, ottimi tutti gli altri attori; ma in un film simile sono le recitazioni a essere messe al centro, esaltate dall’ottima sceneggiatura della figlia d’arte Jenny Lumet.

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28 Luglio 2013 in Rachel sta per sposarsi

Altro regista(Johnatan Demme) che dopo un inizio di carriera sfolgorante(“Il silenzio degli innocenti”,”Philadelphia”) ha ormai perduto la strada di casa da anni, questo suo “Rachel sta per sposarsi” è un film tanto cofuso quanto astruso, una sorta di filmino amatoriale sulla vita di una giovane donna che sta per sposarsi con tanto di dialoghi banali e al limite della melassosità dei parenti e una sorella tossicodipendente e con le manie di auto-distruzione che, invidiosa della sorella, cerca in tutti i modi di rubarle la scena.
Alla fine un prodotto tanto patetico quanto noioso(peccato perchè le premesse per far bene c’erano tutte).

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Più che una recensione un consiglio… / 13 Luglio 2013 in Rachel sta per sposarsi

Il film in sè mi è piaciuto, in particolare la regia di Demme, caotica e instabile quasi quanto la protagonista del film: la macchina da presa la cerca, la scruta, a volte la spia, a tratti sembra anche odiarla…ma non le è mai indifferente. Seppur con una buona dose di contraddizioni sembra amarla sopra ogni cosa, nonostante tutto, nonostante non lo meriti, sicuramente non più della sorella (ufficialmente è lei la protagonista della storia, è lei la rachel che sta per sposarsi) ripresa si ma sempre di sfuggita, in lontananza…l’occhio della telecamera, così come quello del padre e dello spettatore, sono tutti per lei..per Kym, la sorella tossicomane, magistralmente interpretata da una Anne Hathaway in gran spolvero (prima di vedere questo film la giudicavo un’attrice mediocre e nutrivo anche una sincera antipatia nei suoi confronti…mi sono dovuta ricredere..).
Ora… perchè più che una recensione un consiglio?
Perchè questo film va visto categoricamente in lingua originale! Purtroppo è uno di quei casi in cui il doppiaggio mal riuscito della hathaway penalizza drasticamente l’intero fllm.
Quindi se l’avete visto e recensito in italiano provate a vederlo in originale perchè, vi giuro, la differenza è netta!

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19 Dicembre 2012 in Rachel sta per sposarsi

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Che io visto il titolo e la presenza di Anne Hathaway (quella del Diavolo veste Prada, ma lo sapete -.- solo le cose inutili sapete 😛 ) credevo di trovarmi davanti alla solita commediola del ca**o americana, invece poi ho visto che il regista era Johnathan Demme (Il silenzio degli innocenti) e ho capito che mi sa di no.
Kym, una Anne H. bravissima e ringiovanita e tossica rispetto a quella del Diavolo, è una ragazza che torna a casa dalla riabilitazione per il matrimonio della sorella maggiore Rachel. In famiglia tutti la aspettano, il padre la soffoca col suo affetto, riemergono i rancori, la sorella sta per sposare un nero e c’è tutta la sua famiglia riunita per i riti prematrimonio. Da un lato la regia segue, quasi sempre a mano, il ricadere di Kym nell’inferno domestico, di cui all’inizio tenta di riappropriarsi rubando tutta la scena alla sorella. Seguirà una sorta di più o meno violenta riappacificazione familiare, con botte e lacrime e il ricordo dolorosissimo di un fratellino morto perché lei era strafatta che torna a galla. Dall’altro viene seguito il rituale di preparazione al matrimonio, americano e di due famiglie così diverse che vanno ad unirsi, con necessari momenti e personaggi di alleggerimento che rendono il tutto ancora più riuscito nel suo intento quasi documentaristico. Ci sono i brindisi di ognuno agli sposi, i neri che cantano, un cinese con degli occhiali buffi e pelato, uno tornato reduce dall’Iraq con una eterna telecamera, dei tizi zen che suonano e rompono le palle in continuazione per tre giorni, l’interminabile scena del matrimonio finale, la tristezza, la rabbia e la felicità, in un susseguirsi di passioni che magari non può essere sempre così estremo me che è parso a me riuscire contemporaneamente sia ad esser sincero sia a raccontare un mondo.

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Parenti serpenti / 25 Giugno 2012 in Rachel sta per sposarsi

C’è Neil Young,che con la sua musica di esprime un senso di eterna magia malinconica.C’è il volto angelico e diabolico di Anne Hathaway a dare un senso di veemente realtà.C’è la figlia di Sidney Lumet,chiamata a scrivere una storia realistica e non per questo poco fiabesca.E poi c’è Jonathan Demme,ovvero,uno dei migliori registi della Nuova Nuova Hollywood.Questi alcuni degli ingredienti del cult “Rachel sta per sposarsi”,probabilmente la summa dell’opera del suo adorato autore e del suo cinema che non può spettacolarizzarsi oltre la soglia dovuta e ritratta.Come sempre in Demme,oltre agli aspetti quotidiani,sono elevati al massimo gli aspetti psichici di una vicenda.Ma andiamo con ordine.La storia racconta della bellissima Kym,ex modella,ex figlia adorata,ex tossicodipendente,appena uscita da una clinica per la riabilitazione per partecipare al matrimonio incombente della sorella Rachel.Sarà l’occasione per confrontarsi con i passaggi e i fantasmi più cupi del suo passato.Elettrizzante in ogni singolo passaggio,Demme muove una macchina da presa velocissima nei meandri della classica famiglia americana,intenta a festeggiare la celebrazione di un evento estremamente importante,come il matrimonio.Lontano dagli shock orrorifici di “Il silenzio degli innocenti” e dagli studi legali di “Philadelphia”,il talentuosissimo regista torna a raccontarci una storia che ricorda i suoi inizi di carriera.Probabilmente risente della grande arroganza provocatrice classica del regista,che su una storiella adeguatamente setacciata costruisce un filmone esaltante e ampiamente provocatorio,Demme parte da uno spunto (quasi) documentaristico per raccontarci,nel modo più reale possibile,genesi e conflitto di una famiglia americana “normale”.Alla visione viene in mente,senza esitazioni,un dramma cupo e a tratti romantico,ma qui sta la grande genialità di Demme:Nell’aggiungere screzi domestici e obiettivi ilari,sfide e scherni tra familiari,appiattisce la tensione emotiva,protraendola verso la carica zero.Gli ultimi dieci(o forse più) minuti di mise en scene del matrimonio realizzato,rendono partecipe lo spettatore,tra balletti,danze e coreografie jazzistiche,in una celebrazione che ricorda “Il Padrino” e “Il cacciatore” senza scadere nella parodia o nella semplicità.Demme è disarmante,improvvisatorio,favoloso.Siamo in un territorio di guerra,di una lotta continua,in un dramma famigliare che sembra quasi votato all’auto-distruzione.E forse,suggestionato dal caso,mi è venuto perfino in mente Lars Von Trier.Azzardatissimo come esperimento,questo di Demme diventa un colpo da maestro,una vincita straordinaria alla slot-machine del cinema,,dosato su una Anne Hathaway in condizioni straordinarie,che nella parabola della donna che “va protetta” dai suoi fantasmi esistenziali,calza a pennello,e,secondo me,è stata scippata di un Oscar più che dovuto.Ma non c’è premio che basti per questo assoluto capolavoro.

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23 Giugno 2011 in Rachel sta per sposarsi

Non è perfetto per quanto riesca a trarre buone cose da una storia che parte forse nell’ovvietà per poi non esserlo per nulla. Una riunione di famiglia, un evento che riporta a casa tutti i componenti, una figlia/sorella diversa, allontanata, amata, sofferta, respinta, non capita che nasconde un segreto, ma il segreto non è banale, è molto più complicato. Il tutto all’interno di un inno al multicularirsmo, pieno di musica, di condivisione, senza paletti razziali, senza ideologie che dividono. Eppure i meccanismi degli affetti famigliari coltivano egoismi e distrazioni, amore, ma anche insofferenza.
Bella e vincente l’idea de disagio autodistruttivo di Kim causa di una tragedia, non conseguenza, propabilmente nato dalla normalità della vita di famiglia, dalla freddezza distaccata di una madre anafettiva.
Brava la Hathaway, bravi un po’ tutti. La camera a mano schiaffeggia i personaggi e le situazioni, a tratti è disturbante, ma si cala nel nervosismo che prende via via tutti i protagonisti

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