Recensione su Rabbit Hole

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Il senso della perdita / 20 Marzo 2011 in Rabbit Hole

Un film che forse è passato un po’ sottosilenzio anche se presente, seppur in tono molto minore, agli Oscar.
A me è piaciuto molto.
La storia è un qualcosa che si è già visto e sentito in molti film: una coppia perde un figlio piccolo in un drammatico, accidentale, incidente stradale. Da quel momento in poi tutto cambierà, tutto si sfalderà, niente è piu’ sotto crontrollo.
Ho apprezzato molto l’interpretazione di Aaron Eckhart, che si sta dimostrando un buon attore lungo le sue esperienze che si stanno susseguendo. Anche la Kidman, che non interpretava un ruolo certamente facile, ha fatto il suo.
Ma la centralità di tutto il film spetta alla storia, ai sentimenti, alle difficoltà che derivano dalla perdita, quella piu’ dolorosa che possa esserci di un figlio. E questo viene trasmesso in maniera piena, umana, senza troppi stereotipi e senza retorica spicciola come spesso accade. Si è cercato di entrare nella vita della coppia con una macchina da presa non eccessivamente invadente, quasi rispettosa, come timorosa di valicare certi confini che sono inviolabili.
Questo mi è piaciuto di piu’ dell’intero film.
E anche il coraggio e al contempo la debolezza delle persone coinvolte, spesso sottolineata, fungono da traino per parlare allo spettatore come per prepararlo a certe sofferenze che potrebbero capitare a chiunque di noi.
Durante e anche dopo il film, la domanda sempre piu’ pressante è: PERCHE’?
La risposta non c’e’ ed è questa la vera sofferenza che nasce dopo la sofferenza della perdita.

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