Un Polanski elegante ma banale / 17 Aprile 2019 in Quello che non so di lei
Per Polanski, ancora una matrice letteraria (il romanzo Da una storia vera di Delphine de Vigan), ancora protagonisti legati al mondo della letteratura (vedi, L’uomo nell’ombra o La nona porta) e, soprattutto, ancora il tema del doppio che percorre non troppo silenziosamente quasi tutta la sua filmografia.
Però, nonostante l’interessante disquisizione sulla paternità dell’arte (ultimamente, ne parlano molti ottimi registi internazionali, da Aronofsky ad Anderson, passando per Östlund), la bella messinscena e le brave protagoniste (Eva Green, sempre magnetica, ha occhi che parlano, sussurrano, gridano), Quello che non so di lei svela un po’ troppo presto le sue carte e il taglio psicanalitico della storia.
Insomma, un Polanski elegante ma banale proprio in un contesto narrativo a lui estremamente congeniale.
