Quella sporca dozzina

Efficace proprio perché surreale, Quella sporca dozzina è un film ancora molto moderno e godibile, nonostante i cinquant’anni di età.
Le quasi due ore e mezza di durata scorrono velocemente e il marasma finale della sequenza dell’assalto al castello è sì ridondante e esagerato, ma nel complesso piacevole.
Di veramente memorabile, tuttavia, ci sono soltanto le interpretazioni di Lee Marvin e John Cassavetes: quest’ultimo – in una delle sue pause dall’attività di regista indipendente – dimostra di essere un grandissimo attore nei panni dello schizofrenico soldato Victor Franko.
La storia e l’atmosfera a metà tra lo scanzonato e il tragico hanno ispirato Tarantino per il suo Inglourious Basterds.

Film di guerra che ha fatto storia – oltre ad aver ispirato Tarantino per i suoi Inglorious Basterds – nel quale una task force di criminali viene messa insieme dal granitico maggiore Reisman (Lee Marvin, che dà sempre un ottimo impatto visivo in questo genere di film) per fare strage di ufficiali nazisti a un ricevimento. Diretta con rigore e vigore, questa storia sul finale scivola verso uno spietato sadismo, peraltro sottolineato da sorrisetti diabolici un tantino inopportuni. Tra i migliori della dozzina direi che rimane senz’altro impresso il morboso personaggio di Telly Savalas, mentre il buon Bronson sembra un ciocco di legno (a riconferma che Leone è riuscito in un miracolo con lui).