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Quando la notte

/ 20116.443 voti

Un buono spunto iniziale che si perde per strada clamorosamente! / 11 Dicembre 2014 in Quando la notte

Si parte con un atmosfera quasi horror a raccontare le difficoltà e la solitudine di Claudia Pandolfi nella cura del figlio molto piccolo, in uno sperduto paesino di montagna. Dal tema delle difficoltà della maternità che poteva essere interessante e anche per nulla trattato in Italia, purtroppo poi la regista si allontana per trasformare il film in un banale melodramma che ruota intorno alla passione d’amore impossibile con il montanaro Filippo Timi, tra l’altro recitata in maniera improbabile! Peccato!

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Sufficienza solo per il tema trattato / 28 Agosto 2013 in Quando la notte

Il tema trattato è scottante, il difficile ruolo di fare la madre … che può portare alla esasperazione … ma il film non regge e poi gli attori (anche se mi piaciano) sono troppo stereotipati … il Timi in particolare … non si poteva sentire !!

6 Giugno 2013 in Quando la notte

Durante la presentazione alla Mostra di Venezia, leggevo, il film è stato accolto da fischi e risate di scherno. Onestamente, non ne capisco il perchè.
Certo, forse è un po’ ridondante di elementi, e con un finale che avrebbe dovuto (non ho letto il libro, però) concludersi un paio di sequenze prima, ma nel complesso il prodotto è più che buono, sì. La vicenda colpisce e gli attori son bravi.

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7 Gennaio 2013 in Quando la notte

Storia intensa, ottimi interpreti. Toccante.

9 Aprile 2012 in Quando la notte

La Comencini porta sullo schermo un suo racconto ed il risultato, a mio parere, non è male. La cornice montuosa è un’ottima scenografia che calza a pennello con l’isolamento spirituale dei due personaggi.
La crisi della giovane madre (Pandolfi) è la scintilla che riporta la rude e silenziosa guida alpina (Timi) indietro nel tempo, in un confronto serrato con la sua infanzia tutta al maschile.
La sua misoginia si scontra con l’affetto e l’amore che prova per quella madre che l’ha abbandonato e che in qualche maniera ritorna nelle vesti di un’altra madre incapace di vivere serenamente il rapporto con suo figlio (complice forse un padre assente, che tralaltro nel film si sente solo al telefono).
Il silenzio della montagna si rispecchia nel silenzio degli animi e nelle chiusure interiori dei protagonisti. Il loro incontro è fugace ma vive di quell’intensità che caratterizza questi momenti destinati a non durare mai troppo.
L’effetto è buono: gli attori ci sono (Timi ha lo sguardo giusto per interpretare il montanaro introverso e scontroso), la regia anche.
La storia regge bene e l’effetto finale è non tanto di una banale storia d’amore ma di qualcosa di più sofferto e vissuto.

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