Recensione su Pulp Fiction

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La bibbia del pulp / 25 Giugno 2012 in Pulp Fiction

Partendo dal presupposto che io adoro Tarantino,il suo cinema,la sua audacia e la sua (finta) trasgessività,”Pulp Fiction”,oltre ad essere uno dei migliori film del grande regista,è anche un film-mondo.Anzi,un film-universo.Non solo il film simbolo degli anni 90,ma uno dei capolavori più innovativi della Storia.Eppure,”Pulp Fiction”,non è niente di nuovo:Ci sono delle storie che si incontrano,gangster,pugili,uomini senza scrupoli,gentili donzelle.Allora che cos’è che rende così straordinario “Pulp Fiction”,da renderlo uno dei film più omoggiati e plagiati al mondo? Senza dubbio la sua struttura intrecciata,che lo rende distorto e strano permette un’aura quasi leggendaria al film.Vediamo una storia che inizia in una tavola calda e si conclude in una tavola calda.In mezzo succede di tutto:Il gangster Vincent Vega,porta fuori la moglie del suo Capo e rischia di ucciderla per overdose;Un pugile su cui il Capo di Vega(Marcellus Wallace) ha scommesso vince un’incontro truccato e ora sta scappando dalla vendetta del boss;Vega e il suo fido compagno uccidono per sbaglio un ragazzo e devono fare sparire il corpo.Infine,l’azione ritorna nella tavola calda,dove Vega e il suo amico faranno visita alla banda che tenta di rapinare proprio quella tavola calda.Ha una struttura frammentata,una valenza di puro stile hollywoodiano,una percezione dello spazio straordinario.Tarantino inventa un genere,il pulp,pur non aggiungendo niente di quello che già tutti conoscevano.Insomma,in “Pulp Fiction” c’è tutta la Storia del Cinema,da Chaplin a Lang,da Allen a Coppola e così via.Sembra allontanarsi notevolmente dalla radice cinematografica recente,e invece si ci avvicina inesorabilmente.Tarantino,trentunenne di spicco,tramuta in oro una sua sceneggiatura scritta a metà tra Olanda e America,dove il reale si fonde con il sogno,per riconciliarci alla vita.Sembra impossibile in un gangster movie,eppure è così.Notevoli i dialoghi in “Pulp Fiction”:Dal primo nella tavola calda(“Nessuno rapina mai le tavole calde”),a quello straordinario dell’aiutante di Vega,ai ragazzi(Secondo te Marcellus Wallace assomiglia a una puttana?No?E allora perchè hai cercato di fotterlo come una puttana?),ai passi della Bibbia citati,alla straodinaria sequenza del sequestro,all’uccisione del ragazzo(“E il settimo giorno Dio creò il cheeseburger”).Ha una sceneggiatura di ferro e un carisma fuori dal comune,oltre che un cast eccezionale che mescola facce nuove ad attori in ombra o sulla cresta del successo,”Pulp Fiction”,probabilmente il miglior film americano degli anni 90′.Complici anche i numerossisimi riferimenti al cinema del passato(Da Aldrich a Scorsese a….Walt Disney!),ma con occhio al futuro.Delineando personaggi straordinari e fuori dal comune,Tarantino(che si riserva anche una piccola parte),dà libero sfogo a tutte le sue passioni primarie,compresa quella per le donne e per la splendida Uma Thurman.Favolose le molteplici scene celebri,dalla sfida di twist di Mia Wallace con Vega,al discorso iniziale sempre di Vega con il suo aiutante,alla splendida scena finale,probabilmente un must per tutto il cinema moderno.E ricordate: “Ezechiele, 25:17. Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te!”.(Passo che nella Bibbia non esiste,altra genialata di quel geniaccio di Quentin Tarantino)

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