Recensione su Psyco

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Psycho / 3 Giugno 2020 in Psyco

“Psycho”:forse il film più celebre di Alfred Hitchcock, forse il suo film migliore. La storia è nota: il maestro del brivido la racconta con una regia praticamente perfetta. Una regia geometrica, dove nulla è lasciato al caso: dove il non visto addirittura prevale sul visto, almeno per quanto riguarda gli effetti di suspence ed eccitazione nello spettatore. Pensiamo alla celeberrima scena della doccia: dell’omicidio vediamo poco o nulla. Eppure la scena è diventata una delle più importanti sequenze mai girate in tutta la storia del cinema. Le altre sequenze del film, inoltre, non presentano in alcun modo violenza: eppure Hitchcock violenta lo spettatore con una sceneggiatura semplice eppure degna di un grandissimo giallo, un uso dei primi piani forse unico in tutta la storia del cinema, un uso della MDP “lento”(le sequenze infatti vengono dilatate, nonostante gli atti efferati vengano ridotti a pochi secondi, se non a pochi fotogrammi) ed una colonna sonora semplice eppur spettacolare di archi del mai troppo ricordato Bernard Hermann. Eppure, nonostante la violenza sia ridotta al minimo, “Psycho”, come altri film di Hitchcock, parla di voyeurismi: la sequenza dove Norman osserva Marion che si spoglia ne è l’esempio più lampante, e forse anche il più bello dal punto di vista stilistico.
Le parole di Norman a chiusura del film spiegano la concezione del cinema di Alfred Hitchcock meglio di qualsiasi saggio:”Probabilmente ora mi stanno sorvegliando. Bene, lasciamoli fare. Farò veder loro che specie di persona sono. Non scaccerò nemmeno quella mosca. Spero che mi stiano osservando. Così vedranno. Vedranno e sapranno.”

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