17 Dicembre 2012 in Prozac Nation

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Questo è un film che in Italia semplicemente non è uscito. Sbagliatamente, perché Cristina Ricci è abbastanza gnocca da far uscire tutto quello che tocca U_U Anyway, io lo trovai casualmente, e visto che lo trovai quando avevo da poco cominciato coi farmaci volevo vedere che diceva. La protagonista ha un nome che non ricordo, e insomma la chiameremo Cristina, e ha una vita difficile coi genitori separati e la madre che pretende tanto e lei è chiusa. E allora va all’università, insieme a Jen di Dawson’s Creek, e lì prima si sfascia di qualsiasi così, poi scopa tutti, spompinazza il fidanzato di Jen e finisce in depressione. Cura, psichiatra glaciale, farmaci, lenta risalita, tentativi, ricadute. Questo film, tratto da una storia vera raccontata in un libro, ha il difetto che il problema della “prozac nation”, una nazione americana che sta in piedi grazie agli psicofarmaci, lo affronta per sì e no 2 minuti. Che boh, ci rimani un po’ perplesso, cazzo, era il titolo, invece minidiscorsetto verso la fine e via. Per il resto è una cronaca, immagino ricalcando abbastanza gli episodi del libro, della discesa e della volontà di risalita di Cris. Con un certo valore divulgativo, forse, io qualcosa sulla depressione ormai l’ho letto ma prima non è che ne sapessi granché, quello può aiutare. Anche se in macchina io e Superlavoratore ci siamo accorti di aver fatto deduzioni diverse in merito a certe parti. Quindi molto dipende dall’interpretante, per sforare un po’ nella semiotica del testo.
Come detto, vi si dice che nella depressione si cade, dapprima lentamente e poi all’improvviso. E allo stesso modo se ne esce. E sì insomma, io son curioso di vedere se a me capita qualcosa del genere.

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