14 Recensioni su

Profondo rosso

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3 Novembre 2022 in Profondo rosso

La firma di Argento si vede tutta, molti elementi sono simili o assimilabili a Suspiria (o forse anche a Psycho?). Ma mentre un Suspiria oggi reggerebbe bene, a causa di una trama concettualmente molto semplice, questo mi sembra invecchiato maluccio. Non solo per le musiche, ottime e con un tema eccellente, ma che spesso sembrano davvero appiccicate sopra. Ma soprattutto per una trama che per quanto interessante e molto avvincente ha davvero troppi passaggi inconsistenti, compreso l’elemento che porta a scoprire l’assassino, insieme ad una recitazione che sembra a volte poco curata.

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Monumentale opera / 7 Agosto 2020 in Profondo rosso

Profondo rosso è il thriller italiano più bello di sempre. Una sceneggiatura magnifica scritta con Zapponi che fa scorrere il film in maniera godibile. Interpretazioni magnifiche. La colonna sonora forse antiquata ma il tema dei Goblin non stanca negli anni.

Raffinatezza e gusto estetico / 17 Aprile 2020 in Profondo rosso

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Profondo rosso è sicuramente il film più famoso di Dario Argento, nonché uno dei film italiani più famosi in patria e all’estero.

Sin dai primi fotogrammi si denota una forte cura del dettaglio, e una ricerca di raffinatezza e del gusto estetico fuori dall’ordinario ma tipico dei film di Dario Argento degli anni ’70. Le idee originali e geniali abbondano, sia nelle inquadrature, che nello spostamento della telecamera, che nella scelta dei colori, degli oggetti di scena e di altri piccoli dettagli che adornano il film. Tuttavia l’originalità di tutto ciò non si rispecchia al contempo nella trama che scorre lenta e purtroppo pesa come un macigno; nonostante qualche siparietto insolitamente comico che ho apprezzato perché ben inserito.
Le musiche dei Goblin, che personalmente amo da buon estimatore del progressive rock, funzionano solo in parte durante il film. Sebbene queste inizino adatte per un contesto thriller-horror, con quel giusto e insolito contrasto di rock progressivo, dopo pochi secondi incominciano a decontestualizzarsi prendendo una piega un po’ troppo rock per il film, non adattandosi più così bene alle scene. Perciò le musiche di per sé sono eccezionali, ma applicate alle varie scene del film sono un ni.
La sceneggiatura come dicevo l’ho trovata lenta e pesante, difficile a scorrere e a svilupparsi in maniera del tutto naturale. Ci sono alcune forzature e buchi di trama che rendono le situazioni che si vengono a creare al limite dell’inverosimile.
Le scene degli omicidi sono ben fatte, molto brutali e violente ma teatrali, tipico tocco di Dario Argento.

La scoperta del killer non sbalordisce del tutto e forse qualche idea lo spettatore se l’era già fatta, del tipo “Ma come mai questo personaggio è così ricorrente nella storia. Deve esserci qualche collegamento”. Infondo l’assassino è sempre un personaggio che deve per forza essere comparso sullo schermo. Per di più lo strano presentimento che potesse essere una donna me l’ero già fatto, ma appare inverosimile che una donna, e di quella età per giunta abbia la forza di spostarsi con una certa agilità e adottare una violenza bruta sulle proprie vittime in quel modo. Benché Argento sembra avesse in qualche modo previsto questa critica e ci abbia voluto anticipare come le donne possano essere forti, astute e per nulla fragili d’animo con il personaggio di Gianna, nonostante ciò il killer ha una certa età e lo trovo alquanto inverosimile.
Il finale è anche qui un po’ improbabile e frettoloso, cosa che capita spesso nei finali dei film di Argento.

Tuttavia ho apprezzato il fatto che all’inizio, nell’appartamento del primo omicidio venga davvero mostrato il volto dell’assassino riflesso sullo specchio, perciò uno sguardo attento potrebbe spoilerarsi il finale già a 1/5 del film. Ma benché abbia apprezzato questa scena, che per un curioso come me che torna indietro a inizio film dopo i titoli di coda per vedere se effettivamente c’è questo volto, e su questo non viene deluso, trovo improbabile che il protagonista non veda la donna quando entra nell’appartamento in quanto lui sì, crede fosse un dipinto, ma il suo sguardo era rivolto a sinistra nell’inquadratura e diciamocelo, lo vedi se c’è una persona a meno di due metri accanto a te. La trovo una forzatura.

Concludendo: regia e fotografia eccezionali con idee e dettagli molto originali che ho apprezzato moltissimo. Sceneggiatura interessante ma sviluppata discretamente. Le aspettative per un nome come quello di Profondo Rosso erano altissime ma sono state deluse. Credevo potesse essere meglio di Suspiria ma rimango dell’idea che Suspiria sia il suo miglior film, anche se pure lì la sceneggiatura soffre di qualche buco e dell’inspiegabile voglia di concludere frettolosamente il film, probabilmente perché non si sa più come mandarlo e avanti concluderlo dignitosamente. D’altronde la fine è sempre la parte più difficile di una racconto.

Voto: l’opera la reputo affascinante ma oltremodo sopravvalutata, e non la considero il capolavoro di cui tutti parlano, perciò gli do un 6½ che al momento arrotondo a 6 perché non mi sento di dargli un 7 in quanto ha deluso le aspettative. Potrei cambiare idea nei giorni a seguire.

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Bellissimo, ma sente gli anni / 18 Luglio 2019 in Profondo rosso

L’ho rivisto da poco, mi piace sempre tantissimo ma sente inesorabilmente il peso degli anni.
le atmosfere di inquietudine restano le stesse , quelle non calano , aiutate anche da una colonna sonora particolarmente azzeccata e che non invecchierà mai.
Ma la narrazione , quella l’ho trovata pesantuccia

Perfetto… / 11 Giugno 2018 in Profondo rosso

La perfezione di Dario Argento. Nessun altro suo film è stato all’altezza. Ci sono stati i primi di questo molto belli. Poi purtroppo si è perso in film inguardabili ma PROFONDO ROSSO è unico.
Il problema sta nello spazio temporale che ci proietta oggi nel 2018, oltre 40 anni dalla sua uscita. E quindi chi non è della generazione di un tempo non riesce a vedere la trama, i tempi, gli enigmi ma solo gli effetti speciali che oggi sono TUTTALTRO che speciali. Un remake potrebbe fare effetto ma la nuova generazione ormai non riesce a vedere oltre.
Comunque GENIALE!
Ad maiora!

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non avrai altro film al in fuori di me / 22 Giugno 2015 in Profondo rosso

Titolo provocatorio della recensione e del tutto personale. Sebbene non privo di difetti, è il film che più di altri ha cambiato il mio rapporto con il cinema. Al di la del plot, forse il miglior “giallo” argentiano da questo punto di visto, un saggio vero e proprio sulla messa in scena. Dall’ispirazione di Antonioni, il particolare come risoluzione del tutto, al perverso sense of humour, ma anche al perfetto uso della mdp, paura, ammirazione, estetica e pathos, si mischiano in ogni inquadratura, studiata nei minimi particolari. D’accordo, c’è si Antonioni, Hitchcock, Mario Bava, ma forse anche qualche spiraglio di Sergio Leone (i dettagli dei volti tumefatti), ma pure lievi tracce di grottesco alla Ferreri, o qualche velleità felliniana nei personaggi di Lavia e della Calamai. Che dire altro? da vedere e rivedere, anche solo perchè, come ha già detto qualcuno qui, alle volte c’è proprio il bisogno di rivedere certe opere per riconcilliarsi con Il Cinema (la lettera maiuscola non è un refuso)

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26 Aprile 2015 in Profondo rosso

Girato sapientemente, quello che risalta fin dalle prime inquadrature è una ricerca estetica elegante e inquietante allo stesso tempo, che viene trasmessa tra fotografia, movimenti di macchina e location suggestive. I delitti sorprendono per l’ efferatezza con cui vengono commessi, distinguendosi l’uno dall’altro. Le musiche però, seppure bellissime, in certe scene finiscono per essere una distrazione, piuttosto che un accrescitivo della tensione; elemento che ogni tanto viene meno.

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L’efferatezza della visionarietà… / 24 Ottobre 2014 in Profondo rosso

“Profondo Rosso” è un titolo che, come pochi altri, tende a rendere subito l’idea di cosa si stia parlando. Un titolo che è ad oggi un termine di paragone più che sfruttato per chiunque parli di cinema, “thriller o “giallo”, che dir si voglia. “Profondo Rosso” è una delle opere cardine degli anni 70, un’opera cardine per tutto il cinema del ‘900, un film simbolo di un certo modo di intendere la settima arte ormai sfumato, superato, del tutto mandato a farsi friggere. La storia, chi più che meno, la conoscono tutti e non ci soffermeremo su di essa, quanto più sulla regia di Dario Argento, un regista allora giovane, anarchico e antiscolastico, un regista formatosi sul campo, un uomo di cultura, di mentalità aperta, un giovane cineasta con all’attivo già quattro lungometraggi di successo, qui probabilmente al massimo della sua verve e della sua capcacità espressiva, che ripeterà nel successivo “Suspria”. Argento firma così quello che è considerato il più grande film giallo italiano, il miglior film di genere se vogliamo, il film che più di tutti sdoganò il giallo all’italiana, fino ad allora frettolosamente relegato alla serie B, promuovendolo alla seria A, un successo planetario, un’opera irrietibile per intensità, capacità, freschezza e coraggio.
Negli anni ’70 Argento aveva pieno controllo delle sue opere e ciò e palese dalle inquietanti visioni ed uccisoni messe in scena con mano sicura, teatrale e cattiva, la maacchina da presa si muove con leggiadria, zoomma, carrella talmente bene che quasi fatichiamo a rendercene conto, è sempre al posto giusto nel momento giusto ed inquadra una Roma, anche se molti esterni vengono girati a Torino, a tratti espressionista, esasperando una città carica di phatos e mistero, dagli angoli bui, dalle opere d’arte imperiose, da case dai lunghi ed interminabili corridoi, insomma una visione del mondo osservato con uno sguardo autoriale, del tutto personale, schizzofrenico e deformato. La fotografia è un tocco in più, dai colori accesi e barocchi, toccherà l’apice con il suo successivo film, sposandosi a meraviglia con il clima tesissimo della storia che non cala mai di ritmo, grazie alle famose, improvvise e sanguinolente espolosioni gore, sequenze cariche di efferatezza spietata ma sempre raffinata, ma anche grazie alla memorabile, perfetta colonna sonora dei Goblin, uno score cult, imitato, plagiato e copiato da molti, un tema che è sinonimo di thriller, il quale accompagna le scene meravigliosamente, dando al tutto una maestosità epica, come dire, da brivido.
La prima uccisione, quella della medium interpretata da Macha Meril, e l’ultima, quella del killer, sono esemplari momenti di grand guignol, entrati di diritto negli annali del cinema, impossibile dimenticare le accettate infilitte sul corpo della medium e il grido d’aiuto lanciato dalla finestra della sua abitazione, captato dal musicista americano Marc, interpretato da un discreto David Hemmings, o, appunto, la fantasiosa, geniale, decapitazione dell’assassino con i ‘credits’ che iniziano a scorrere sulla pozza di sangue che riflette il volto shockato del protagonista, accompagnati dalle note dell’onnipreente ‘main theme’dei Goblin. Pura, macabra, poesia. Assistiamo impietriti ed innamorati del cinema ad una sequela di incredibili efferatezze e momenti birillanti, travolti da una suspense che ci attanaglia di continuo, una tensione che ancora oggi porta con sè la freschezza di quarant’anni fà e non lascia scampo a nessuno, nemmeno ai tanti che già sanno cosa accadrà e come andrà a finire.
Ladies & Gentlemen questi erano gli anni d’oro del cinema italiano, gli anni d’oro di Dario Argento.

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28 Luglio 2013 in Profondo rosso

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

L’ho rivisto anch’io Giovedì sera, lo faccio ogni volta, ne sento proprio il bisogno, la voglia matta di ritrovare, con un pizzico di nostalgia e anche di commozione, il vero Dario Argento.
In assoluto il mio film preferito del regista romano, il suo indiscusso capolavoro(anche se non disdegno anche il suo “ciclo degli animani”: “Il gatto a nove code, “L’uccello dalle piume di cristallo”, “Quattro mosche di velluto grigio”).
Penso che anche chi conosce questo film solo di fama, non appena sente nominarlo avrà subito in mente l’incalzante musichetta(un vero colpo di genio dei Goblin), i bambolotti impiccati(l’omicidio della scrittrice è qualcosa di terrificante…confesso che non ho mai provato tanta fifa in tutta la mia vita), la cantilena per bambini che accompagna ogni singolo omicidio, il sudore che scorre sulla fronte del protagonista quando sente che l’omicida è penetrato in casa sua, le ombre che si aggirano nell’oscurità, l’atroce dipinto semi-nascosto dalle pareti.
Nonostante siano passati quasi trentanove anni, questo film incute ancora terrore negli occhi di chi guarda come se fosse la prima volta.
Non manca di difetti, la recitazione non è delle migliori(ma come ho già detto questo è sempre stato il tallone D’Achille di Argento), ma l’atmosfera che il regista romano è riuscito a creare è ineguagliabile, da quel colore rosso sangue che caratterizza tutto il film a quella matita sugli occhi dell’assassino che ancora mi procura un brivido lungo la schiena, a quella scena che mi rimarrà sempre impressa, quando il protagonista entra nell’appartamento della donna uccisa e, percorrendo il corridoio pieno di quadri, supera uno specchio dove riflesso c’è il volto dell’assassino, a quel bambolotto che entra nella stanza(per anni ho avuto un idiosincrasia nei confronti dei bambolotti, frutto della turbata visione di questo film).
Grandissimo Argento, un film che ha fatto la storia del cinema italiano, che è stato fonte d’ispirazione per molti registi(Quentin Tarantino su tutti…ha spesso dichiarato di essersi ispirato al regista romano per il suo cinema), che è divenuto negli anni una pietra miliare del cinema mondiale.
Peccato che di quel regista ormai non esista più nulla, se non il tentativo di volerlo emulare a ogni costo.

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Master of Horror / 27 Luglio 2013 in Profondo rosso

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ho visto pochi film di Dario Argento, rimedierò.
Mi hanno sempre interessato ma, per un motivo e per un altro, non mi è capitato spesso di vederli.
Dopo aver visto questo film, comunque, sono certo che vedrò altri suoi film il cartaio e jenifer-istinto assassino (che non capisco per quale celestiale anomalia è sparito su questo sito) mi sono piaciuti ma non raggiungono il livello di Profondo Rosso.
In teoria, se tutta la filmografia di Argento fosse gravida di pellicole che raggiungono il livello di Profondo Rosso, beh…vorrebbe dire che per me sarebbe il miglior regista in assoluto.
Detto questo, però, dubito che un artista possa raggiungere un livello così alto e rimanerci per tutta la carriera. Sarebbe un’utopia solo pensarlo.

Questo film è del 1975 ma vi assicuro che sembra moderno. Per certi versi esso è moderno.
Un po’ giallo, un po’ slasher, questo film ha tantissimi pregi e meriti:
riesce ad intrattenere per tutto il tempo, è ricco di suspence e dei cosiddetti colpi di scena. Certamente, capite, riassumere il lungometraggio in pochi termini non è propizio alla giusta valutazione di esso.
Una pellicola come questa, per essere valutata, abbisogna che gli venga dedicato del tempo e attenzione. Non posso riassumerlo in due righi e bocciarlo completamente, né mai mi sognerei di urlare al capolavoro scrivendo solo due righi.
Non ne ho la facoltà, né mai mi permetterei di chiederla. Pure, è strano, perché io vedo delle recensioni, su questo film e su altri, poco ampie e sicuramente non concrete nel significato. Nossignore, le recensioni brevi e non motivate possono essere fuorvianti per quelli che ancora non hanno visionato il film in questione.
Quest’opera è unica, più moderna di Shining (che è del 1980) (e non è un tagline del film…no, questa pellicola ha perfino il merito di non cercare il guadagno economico usando una trama commerciale, è un opera veramente pulita in tutti i sensi).
Nonostante la trama e alcuni aspetti siano tipici dei film gialli e noir, il film conserva il fascino e perfino l’identità dei film horror slasher.
Fondamentalmente, questo è un thriller, capace di entusiasmare come non mai…uno dei migliori mai fatti. Forse il migliore.
La storia è tutta incentrata su un pianista (interpretato da David Hemmings) che insieme a una giornalista (interpretata da Daria Nicolodi) si interessa ad una serie di assassinii non casuali.
Tutte le persone, o quasi tutte, che avranno a che fare con le indagini dei due protagonisti, saranno brutalmente assassinate.
Tutte le scene degli assassini le possiamo vedere ed ammirare in tutto il loro splendore (sono fatte in una maniera incredibile…).
In alcune parti compare il sangue ma non eccessivamente. Anche quello mi sembra un elemento tipico dei thriller. A volte vediamo il sangue solo per aumentare l’adrenalina e cercare di capire se il personaggio è morto o meno.
Tutte le uccisione nel film sono compiute a sangue freddo, l’assassino vero sarà mostrato alla fine del film (alla fine scopriamo chi è….anche se questa è una recensione contenente spoiler non vedo che senso abbia scrivere qui il nome dell’assassino…non è inerente).
Le inquadrature estasianti e i movimenti della cinepresa contribuiscono tanto a far stare lo spettatore sulle spine. Anche le ambientazioni sono favolose ma francamente non vi so dire lo stile (non mene intendo), dico solo che all’interno del film non stonano affatto e sono colorate, molto colorate di rosso.
Rosso è il colore della violenza, del sangue e della passione. Passione e violenza nei film sono la stessa cosa,come disse il grande Takashi Miike:

« Durante le riprese, la violenza significa amore e armonia. Durante le riprese dei miei film, nessuno si è ferito gravemente. La cosa curiosa è che più l’amore è grande, più aumenta la violenza. Ultimamente ho il dubbio che proprio dall’amore nasca la violenza. In altre parole, sono la stessa cosa. »

D’altronde noi stiamo parlando di un maestro dell’orrore, elementi come la violenza sono fondamentali e sono le ambientazioni e le inquadrature a farci veramente emozionare, è tutta immaginazione.
Una trama così era sprecata se si dava in mano a Michael Bay, ma noi stiamo parlando di Dario Argento che ha scritto anche una sceneggiatura perfetta per questo film.
Ci sono alcune parti che rimangono più impresse ma in ogni sequenza il lo spettacolo è assicurato. Questo film è veramente il top nel suo genere…nei suoi generi…perché in questo film prima siamo interessati, poi ci intrighiamo, poi proviamo paura, vediamo il sangue e magari mentre si provano queste cose viene pure da sorridere, perché non manca l’ironia nei dialoghi, probabilmente funziona soprattutto grazie agli attori e ai personaggi, sviluppati e interpretati in maniera eccezionale.
Come già detto, sono tante le tecniche di cui Dario Argento ha fatto uso in questo film e sono tutte superbe…da vero Master of horror.

P.S.
potrei mettervi tanti link di scene incredibili, ma talmente tante che ho optato per un altro video che ha del clamoroso.
Se siete svegli, noterete che nella scena del primo assassinio (quello della sensitiva) nello specchio c’è davvero il volto dell’assassino!
al minuto 1:18…una delle tante genialate del maestro.L’autore del video ha dimezzato la velocità…

Voi penserete: vabbè ma appare per una frazione di secondo e non si capisce bene…
ma il punto non è questo…il punto è che quel volto e lì e sapete cosa significa???
che uno su 100.000 se ne accorge che quella è la madre dell’amico.

Poi vi propongo anche questo video…perché questa scena è indimenticabile !
http://www.youtube.com/watch?v=uq9r9rJR2vo

Non riesco a togliermi dalla testa quel lamento.

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Da pelle d’oca / 30 Aprile 2013 in Profondo rosso

Fra i 5 più bei thriller DI SEMPRE. E l’abbiamo fatto noi italiani. Dove sei finito Dario? 🙁

“Ci piace ricordarlo così..” / 3 Aprile 2013 in Profondo rosso

Raffinato,elegantemente perverso,a mio avviso il miglior film di Dario Argento. Ciò che mi colpisce dei suoi film sono le ambientazioni,così studiate da apparire irreali (la scuola di danza in Suspiria,o il condominio in Inferno)..in questo caso mi è piaciuta molto la piazza della città in cui è ambientata la vicenda,con quell’enorme fontana e il bar desolato che mi ha ricordato stranamente quello del dipinto “Nighthawks” di Hopper o.o…comunque,grandiosa la Nicolodi,molto carismatica! E sì,alla fine ho mandato indietro il film per vedere se era vero che la soluzione era praticamente davanti ai miei occhi già all’inizio del film!…ora davvero non saprei se guardare o meno Dracula 3D,dato che è un regista che stimo molto dovrei guardare tutto,cose riuscite e non,ma non so se potrei sopportare di vedere come si è ridotto…credo che opterò per il “Ci piace ricordarlo così..”

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27 Ottobre 2012 in Profondo rosso

La supercazzola per eccellenza. Basterebbe avere più attenzione per capire tutto. Magistrale.

6 Luglio 2011 in Profondo rosso

Bellissimo!!! Un altro dei films preferiti in assoluto!!! Il thriller per eccellenza!!!

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