Recensione su Prisoners

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20 Febbraio 2015

Un buon thriller, con una storia tutto sommato verosimile, di quelle che si potrebbero tranquillamente trovare sui quotidiani. Il tema di fondo è quello della pedofilia, una piaga sempre più avvertita socialmente e di cui Hollywood inizia dunque ad occuparsi con insistenza, anche se il finale riserverà una sorpresa.
Il pregio maggiore, a mio avviso, è la tensione altissima per tutta la durata della pellicola, unita però ad un ritmo blando, senza eccessi né frenesie.
Perché è troppo facile fare un film avvincente correndo nei meandri dell’intreccio come una Formula uno, con risultati che peraltro generalmente non apprezzo per nulla.
Più difficile è fare un buon film di due ore e mezza, ragionato e senza quel fastidioso piglio arrembante che ti fa scorrere la trama sotto gli occhi senza che quasi te ne possa accorgere.
Alcuni aspetti inverosimili ci sono, come in tutti i prodotti di finzione, ma nulla di eclatante, e comunque ben mascherati sotto il pretesto della personalità ritardata di Alex.
Una buona fotografia, decisamente adatta all’atmosfera, tra gli anonimi sobborghi di una cittadina qualunque della Pennsylvania.
Bravi gli attori principali, Jackman e Gyllenhaal.

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