Poetico e profondo! / 11 Maggio 2021 in Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera

Un film che non è per tutti, ma dovrebbe.
Non vederci niente dentro significa aver guardato solo la superficie, senza coglierne aneddoti, metafore e lezioni di vita.
Un pellicola poetica e profonda, lenta e continua come la vita, dove le stagioni come metafore del tempo si susseguono, e spesso si ripetono, in un ciclico giro.
Regia pacata e per nulla sfarzosa, piena di momenti significativi che non sto a elencare (su tutti la fine dell’autunno in cui il Maestro prepara la sua “barca” e la successiva primavera, con il percorso di espiazione e preparazione del nuovo Maestro, con la scalata sulla montagna con la pietra e la statua del Buddha).
Se non avete colto nemmeno le sfumature vi consiglio di riguardarlo con occhi “nuovi” e me o distrazioni (una volta ho passato due ore senza nemmeno sbirciare il telefono!) e se l’avete fatto davvero non c’è bisogno di aggiungere altro.
Bellissimo.
8,5/10

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22 Maggio 2015 in Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera

Un film interessante e profondo, che fa riflettere sull’uomo e sul tema del male.
La vita di un monaco buddista in un eremo situato in un suggestivo laghetto di una valle di montagna trascorre scandita dalla metafora delle stagioni: la primavera è l’infanzia, incantata e gioconda; l’estate è l’adolescenza, la stagione degli amori e delle passioni; l’autunno è la maturità delle passioni che sfociano nel delitto; l’inverno è la maturità avanzata, quella del pentimento e dell’espiazione.
Per tornare ad una nuova primavera, ad una nuova vita che si affaccia, mentre per un’altra comincia l’inesorabile crepuscolo.
Diversi temi sono affrontati in questa pellicola di Kim Ki-duk, che oltre ad averla diretta l’ha anche scritta e interpretata (è il monaco adulto dell’inverno): l’educazione, prima di tutto, e non soltanto quella monastica ma intesa in un’accezione più ampia; le passioni, positive e negative, generate dai sentimenti e dalla vita mondana; la ciclicità dell’esistenza con il tema buddista della reincarnazione.
E non ultima la natura, che funge da splendida e suggestiva ambientazione ma anche e soprattutto da contesto nell’ambito del quale si svolgono le vicende umane. Il rispetto per le creature animali, che viene insegnato al fanciullo, è emblematico non solo per il tema della reincarnazione (aspetto che verrà alla luce soltanto in seguito), ma è un generale insegnamento di rispetto per la vita.
Nota dolente di questo film, da un punto di vista tecnico: una fotografia opaca, insatura, che non esalta la potenzialità dell’immagine soprattutto con riferimento al tema delle stagioni.

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Quando parlano le immagini / 7 Febbraio 2014 in Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera

Fortunatamente avvisato in tempo dal solito amico cinefilo l’ho registrato e me lo sono visto ed assaporato oggi intanto che fuori diluviava.
Le stagioni della vita di un uomo fra silenzi e meditazioni in un magico scenario di vera poesia .
Bellissimo .

25 Agosto 2011 in Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera

Una poetica parabola sulla vita che, però, non mi ha lasciato “dentro” nessuna fascinazione particolare.
Insomma, niente di nuovo sotto il sole d’Oriente e niente ha potuto nei miei confronti neppure la simbologia naturalista, ciclo delle stagioni, varchi e animismo compresi.

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