Recensione su PPZ - Pride + Prejudice + Zombies

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The austenian walking dead / 27 Febbraio 2016 in PPZ - Pride + Prejudice + Zombies

Scritto e diretto da Burr Steers e basato sul best-seller di Seth Grahame-Smith, “PPZ – Pride + Prejudice + Zombies” è una modernissima rivisitazione del classico di Jane Austen, che tutt’oggi, e dopo svariate trasposizioni al cinema e in Tv, resta uno dei romanzi maggiormente dotati di potenzialità commerciali sfruttabili in ogni salsa. Un ibrido nato nel 2009, che accorda la letteratura classica con la nuova generazione blockbuster, il cui amore per gli zombie si è consolidato con l’avvento della serie Tv “The walking dead”. I non morti si fanno esasperazione di quella scala gerarchica presente nel romanzo di riferimento, contrapposta alla caparbia indipendenza con cui la sua eroina, Elizabeth Bennet, tenta di trovare un posto nel mondo e una sistemazione sentimentale, in un ordine di classi vittoriano che non permette alte aspirazioni. Il rischio di creare una rappresentazione disorganica e piuttosto kitsch poteva essere altissimo, ad ogni livello, ma il lungo processo di produzione che ha portato il testo fino alle mani di Steers ha permesso invece di puntare su validi accenti satirici, volti a svilire una società asservita ad un’aristocrazia classista, tutta contenuta nelle regole dell’etichetta.

Se nel corso del film non tardano a far breccia i momenti di goliardica satira, si percepisce invece una crepa nell’elemento orrorifico, su cui più ha fatto leva tutta la messinscena: tante sono le carenze narrative (non si sa bene, ad esempio, da cosa siano scaturiti il morbo e il contagio) e le sbavature tecniche, per cui tutti gli effetti speciali, make-up compreso, non aggiungono né tolgono nulla alla reazione del pubblico. Gli attori concorrono a rimediare alle suddette mancanze, in particolar modo i protagonisti: una garbata Lily James, ormai matura e ferrata negli abiti d’epoca, e il suo più che azzeccato partner, Sam Riley, con il quale esprime un forte feeling, specialmente nella scena clou del film, la dichiarazione rifiutata di Mr. Darcy e conclusa tra dialoghi austeniani e sonore scazzottate. Tutto si può dire di “PPZ – Pride + Prejudice + Zombies” tranne che non sia fornito di autoironia: il suo punto di forza è proprio questo, il non prendersi troppo sul serio, senza però trasformarsi in parodia né dimenticare la storia originale, che rimane il caposaldo di tutta la faccenda. Fresco, a tratti assurdo e senza grandi pretese, il film si presta ad una visione slegata da ogni tipo di impegno e intrattiene destando curiosità (anche su un probabile sequel), pur non portando sullo schermo memorabili innovazioni di genere.

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