Recensione su Prendimi l'anima

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12 Aprile 2013

Hanno passato il film su Iris ed è appena terminato, è questo il caso di fare una recensione a caldo.
E’ un film ricchissimo e per quanto simile (nelle aspettative) ad “A dangerous Method” , si discosta moltissimo nella trama.
Il film citato è un po’ più tecnico, presenta un’intera sezione dedicata al rapporto tra Jung e Freud -invece “Prendimi l’anima” sofferma la propria intera attenzione su Sabina Spielrein influenzante la carriera di Jung.
La rappresentazione della passione, della violenza, del disagio è così estremamente realistica da lasciare a fiato sospeso.
Per questo c’è anche da complimentarsi con la protagonista.
Sabina è, inizialmente, la paziente.
Grazie al “metodo” di Jung riesce a liberarsi della propria malattia, dando finalmente forma alla propria vita.
Diviene psicanalista e riveste la direzione dell'”Asilo bianco”.
Struttura poi chiusa dalle autorità sovietiche durante il periodo stalinista.

Nel film si intrecciano la vita di questa donna e quella di due “ricercatori” (uno storico ed una ragazza appassionata) permettendo il transito dal presente al passato con molta chiarezza ed agilità.

Consiglio di non immaginare il film come un documentario, è tutt’altro.
Vi è presente tutto ciò che dovrebbe esserci, travolgente a dir poco.

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