Posti in piedi in Paradiso

Complimenti, veramente complimenti a Verdone che, oserei dire come Quasi sempre, confeziona un film godibilissimo, che ci racconta una storia in cui i protagonisti inizialmente sono quasi con l’acqua alla gola, ma si accorgono che ad un certo punto la ruota gira per tutti. Da questa descrizione sembrerebbe un film di Natale buonista, ma vi assicuro che é tutt’altro! Dico solo che un film del genere fa capire quanto poco ci voglia per fare un BUON film, bravi attori e una storia che (anche se non brilla per originalità) funziona! Se Christian De Sica facesse film con verdone al posto di quello pseudo regista di “neri parenti”, IL CINEMA ITALIANO NE GUADAGNEREBBE. Altro che cinepanettone!

Che non abbia più nulla da dare e da dire, il Carlo nazionale, ormai è chiaro. Ma l’impostazione vanziniana della pellicola va ad intaccare pure il talento di rispettabili attori/trici italiani/e.
Il commento al film ce lo suggerisce lo stesso Verdone e lo cita la protagonista femminile Micaela Ramazzotti in un momento altissimo: “Ma vedi de annà a fanculo!”

Commedia un pò amara di Verdone, speravo che fosse un pò più divertente. Invece Verdone si sofferma sui problemi di tre sconosciuti, mariti divorziati con problemi economici, che si ritrovano a dovere condividere un appartamente per far fronte alla crisi finanziaria. Verdone è un ex produttore discografico, caduto in disgrazia dove aver prodotto il disco (un flop) della moglie Diane Fleri, che adesso gestisce un negozio di vinili (ancorato un pò al passato). Marco Giallini è un agente immobiliare, donnaiolo e giocatore incallito (soprattutto con gratta e vinci). Pierfrancesco Favino è un critico cinematografico decaduto, con l’ex moglie, Nicoletta Romanoff, che ha attraversato una crisi post parto.
Come dicevo prima purtroppo si ride poco anche se resta comunque interessante per i temi trattati.

Commedia molto ben riuscita e a dire il vero è tra le migliori di Verdone degli ultimi 10 anni. Marco Giallini ha dato sicuramente il voto in più a questo film, un Favino eccezionale come sempre e una Ramazzotti che non conoscevo davvero brava. La storia è ahimè davvero molto odierna, si parla di crisi, di padri divorziati che fanno i conti con soldi e alimenti per moglie e figlia, si parla anche di sentimenti, ma vi assicuro tutto in salsa molto poco melensa. Finale molto verdoniano con tanto di riflessione, ma che non rovina il film.

Premesso che mi piace Carlo Verdone , del quale credo di aver visto tutti i film in cui è regista , volendo sottilizzare potrei osservare che questo suo ultimo lavoro si presenta un po’ confuso ed alcune parti (che non rivelerò ) potevano essere tranquillamente evitate ma , pur se non tra le sue opere migliori , resta comunque uno spaccato cialtronesco ed impietosamente divertente – nello stesso modo in cui può essere divertente assistere ad un rovinoso capitombolo – sull’attuale momento di crisi economica ma soprattutto dei sentimenti . Oltre allo stesso Verdone il cast presenta Marco Giallini molto convincente nel proporci il suo squallido personaggio , Pierfrancesco Favino sul quale c’è ben poco da aggiungere se non che ormai spazia in maniera perfetta dai ruoli tragici a quelli comici , ed una splendida Micaela Ramazzotti (il suo ballo sexi ed autoironico stile Kim Basinger in 9 settimane e mezza sull’aria dell’indimenticabile Ghost song dei Doors vale da solo il prezzo del biglietto) che deve stare solo attenta a non farsi incapsulare in maniera definitiva in quel ruolo di svampita coatta nel quale peraltro riesce benissimo.

Vedo la media dei voti e mi sorprendo! Io, che raramente tollero film italiani, che poco sopporto Carlo Verdone, riconosco che il film non è mi dispiaciuto.
Uno dei tre protagonisti ha una vita TROPPO poco realistica, ma il tutto si difende bene, ovviamente si sa già che tutto si risolverà per il meglio, ma scorre senza particolari flessioni.
La fine ha spiazzato mezza sala, sa di inconcludente.

Alcune gag sono divertenti e divertite e loro sono bravi. Certo è un film costruito molto meglio dell’altra commedia italiana che ho visto (Benvenuti al nord, nà cosa terribile), però lì siamo: cerca di essere profondo, ma si ferma a due passi dall’argomentare magari l’immaturità maschile (nonchè quella femminile, ma questo è un film maschile per eccellenza), la devastazione sociale dei divorziati impoveriti, la solitudine assoluta di tutti.
Non saprei dire altro, perchè poi alcune parti sono divertenti (insomma ci sono gag pure, c’è la costruzione del momento comico e non il solo affidarsi alla battuta come è ormai moda di derivazione televisiva), ma questo è un film che non riesce ad essere davvero incisivo. Ammetto che il volemose bene finale così smaccato non me lo aspettavo, ma ho apprezzato il non averci insistito poi in maniera pesante e in generale il non averci propinato non so quale storia d’amore fra la Ramazzotti e Verdone, lui troppo fuori tempo massimo per essere credibile